Il reddito di cittadinanza blocca la ripresa del settore Turistico. Ne è convinto il Ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia, che alla vigilia di Pasqua durante la trasmissione radiofonica ‘Sabato Anch’io’, in onda su Radio1, si scaglia contro il sussidio “grillino”.
“La verità non sta nel mezzo in questo caso, sta dalla parte degli imprenditori, se abbiamo alta la disoccupazione e manca la forza lavoro significa che nessuno sta volentieri in disoccupazione. Non è un tema di offerta di prezzo, è una distorsione oggettiva perché vengono rifiutati contratti anche superiori al contratto collettivo. Mi segnalano ad esempio che i collaboratori di cucina non vogliono lavorare più di 3 giorni a settimana a chiamata altrimenti perdono il reddito di cittadinanza. C’è una distorsione oggettiva”.
Così risponde il Ministro ad una domanda, a proposito delle difficoltà degli imprenditori a trovare lavoratori stagionali nonostante le offerte contrattuali proposte.
“In media il reddito di cittadinanza è intorno ai 500 euro, non pensa che il problema è che le paghe sono troppo basse in alcuni casi?” fa presenta il conduttore Pablo Rojas. Pronta la risposta del Ministro: “Ho già detto che offrono più del contratto collettivo e rinunciano”.
Un tema complesso, certamente delicato, che non si può probabilmente semplificare con frasi “ad effetto”, perchè se da un lato è vero che gli imprenditori del turismo (ma non solo loro anche industria e artigianato lanciano lo stesso allarme) non riescono a trovare manodopera qualificata, dall’altro è vero anche che il problema è vivo e reale già da prima del 2019 cioè da prima dell’introduzione del Rdc.
Il Reddito di cittadinanza frena le assunzioni di lavoro a chiamata? Anche questa affermazione sembra essere poco lontana dalla realtà, certamente slegata da ogni conoscenza approfondita della legge sul cd. “job on call”. Il lavoro a chiamata è stipulabile solo con lavoratori che hanno fino a 24 anni e con gli over 55, e per alcune specifiche attività lavorative previste dai decreti. Non vi è mai stato dunque – per limiti oggettivi della normativa, perchè mai apprezzata dal sindacato – un significativo affidamento degli imprenditori verso un contratto che di base non è nato per garantire la continua presenza dei lavoratori in azienda (il lavoratore può anche rifiutare la chiamata), ma solo in grado di soddisfare esigenze saltuarie e occasionali che peraltro nel Turismo sono storicamente coperte dalle assunzioni di personale extra e di surroga, per la gestione dei banchetti, ricevimenti, weekend, ecc.
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