I concorsi della Scuola saranno oggetto di ennesima riforma. Lo prevede il decreto approvato dal Governo, ieri, secondo quanto scrive il manifesto in edicola oggi:
“Stando alle indiscrezioni il concorso diventerebbe formula unica di reclutamento del personale scolastico, con differenze tra neolaureati e docenti precari. Previsti crediti formativi ai fini dell’abilitazione, un classico dell’università e della formazione neoliberali. Si tratta di un percorso ad ostacoli per raggiungere prima 60 crediti per i neolaureati, acquisibili anche in un corso della laurea magistrale, finalizzati all’abilitazione (tramite prova abilitante) cui seguirebbe, in vista dell’immissione in ruolo, il concorso, sempre che non ci sia da aspettarlo anni.
Al concorso potranno accedere anche i precari che abbiano svolto servizio presso le istituzioni scolastiche statali per almeno 3 anni, negli ultimi cinque. È prevista una norma transitoria e fino alla fine del 2024 sono comunque ammessi al concorso coloro che abbiano conseguito almeno 30 crediti formativi universitari o accademici del percorso universitario. «Siamo sempre stati favorevoli al rafforzamento della formazione in ingresso – osserva Manuela Pascarella, responsabile precari e reclutamento della Flc Cgil – quindi l’idea di una formazione specifica ci vede favorevole. Ma così dopo aver speso denaro e tempi, gli abilitati faranno un altro concorso a quiz per entrare in ruolo. Sembra si voglia costituire un albo professionale. E non si affronta il tema del precariato»”.
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