“Abbassate le armi, alzate i salari”: sciopero nazionale industria, logistica, agricoli, portuali

Cinquemila lavoratori hanno partecipato ieri pomeriggio a Roma alla manifestazione nazionale convocata dall’Unione Sindacale di Base (USB) contro il carovita e contro la guerra, in contemporanea con lo sciopero della “variante operaia”, proclamato in tutti i settori produttivi italiani, dall’industria, alla logistica, all’agricoltura, ai portuali.

“Abbassate le armi, alzate i salari la parola d’ordine sullo striscione di apertura del corteo, una richiesta precisa al Governo e al padronato in un momento di crisi già aggravata dalla pandemia e ulteriormente peggiorata da una guerra che viene cavalcata per tagliare lo stato sociale, dalla scuola alla sanità.

A dare il via, in piazza della Repubblica, gli interventi delle deputate Simona Suriano e Yana Ehm, che hanno portato la solidarietà di MovimentA, ai quali si sono succeduti quelli dei lavoratori delle aziende di tutta Italia. La conclusione, in piazza Madonna di Loreto, è stata affidata a Sasha Colautti, dell’esecutivo Lavoro Privato USB. Con USB sono scesi in piazza anche Asia e i movimenti di lotta per la casa e delegazioni di Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, PCI e Rete dei Comunisti.

Nutrito anche lo spezzone degli studenti, che in mattinata avevano manifestato al Ministero dell’Istruzione insieme ai portuali di Genova. Gli operai oggi chiamano ad una alleanza sociale con gli studenti e con tutti quei pezzi della società, a cominciare dal resto del mondo del lavoro ma anche alle tante povertà in aumento nel Paese, che stanno subendo le politiche di guerra e l’aumento generalizzato dei prezzi.

Oggi a Roma è cominciata una storia nuova, in cui il mondo operaio chiama ad una larga convergenza sociale contro lo sfruttamento e il carovita, per il rilancio dei salari e delle pensioni, in difesa dell’ambiente e del territorio e per portare l’Italia fuori dalla guerra.

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