Salario minimo, il «sì» dei sindacati al Ministro Orlando: i dettagli

Per cercare il consenso – forse – delle organizzazioni sindacali e del mondo di rappresentanza delle Imprese, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando avrebbe manifestato la disponibilità a rivedere la sua posizione sul salario minimo fissato per legge. Tema già ripreso in più occasioni nei giorni scorsi, che la politica vede come la principale soluzione all’emergenza salariale.

Non più una legge che imponga una quota salariale minima da erogare a tutti i lavoratori, ma una legge che individui il salario minimo nei livelli retributivi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Sì, ma quali?

Ne parla il quotidiano la Repubblica in edicola oggi:

“Al posto di una legge che fissi un livello di salario minimo in Italia – come esiste in 15 su 19 Paesi dell’Eurozona – fare una legge per individuare il contratto di riferimento per ogni settore con il livello minimo applicabile. In pratica quello che già fanno oggi i giudici del lavoro quando i lavoratori presentano un ricorso. Questa proposta – illustrata dal ministro del Lavoro Andrea Orlando il 12 aprile scorso prima ai sindacati e poi, separatamente, alle associazioni imprenditoriali – riscuote un’apertura di Cgil, Cisl e Uil e una chiusura di Confindustria. Non senza distinguo anche tra i primi. La premessa è che il salario minimo non risolve nell’immediato il gravissimo impatto della super inflazione sugli stipendi. Istat calcola in cinque punti percentuali la perdita di potere d’acquisto che verrà accusata dai lavoratori quest’anno. A fine marzo erano 34 i contratti nazionali da rinnovare per 6,8 milioni di dipendenti in attesa”.

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