La Verità apre l’edizione di stamattina con la notizia che il Governo rivorrebbe indietro dalle imprese i soldi prestati loro per far fronte alla pandemia Covid-19. TuttoLavoro24.it ne aveva dato un’anticipazione in un articolo dei giorni scorsi, in cui aveva riportato alcune informazioni di base riprese direttamente dal documento ufficiale dell’Agenzia delle Entrate: in pratica, gli imprenditori sarebbero tenuti a restituire allo Stato gli aiuti ricevuti a partire da maggio 2020 attraverso la compilazione di un’autodichiarazione sostitutiva di atto notorio.
Come scrive il quotidiano, chi ha rischiato di chiudere la propria azienda sarà costretto in pratica a “fornire dati in gran parte già in possesso del Fisco che però ora lascia al contribuente l’onere dei calcoli, della relativa responsabilità e della restituzione“.
Per sapere quali contribuenti sono esonerati dall’invio di tale autodichiarazione vi rimandiamo alla lettura di suddetto articolo. In questa sede ci soffermeremo invece sul contenuto della dichiarazione da spedire all’Agenzia delle Entrate, riportando quanto indicato da La verità nell’edizione odierna.
Come scritto dal quotidiano indipendente, l’imprenditore dovrà rilasciare, entro il 30 giugno 2022, un’autodichiarazione per documentare le misure agevolative delle quali ha beneficiato a partire da marzo 2020. Per ciascuna di esse dovrà indicare se l’aiuto ricevuto beneficia del plafond da 1,8 o da 10 milioni e rilevare l’eventuale eccedenza da restituire entro la data di presentazione della prossima dichiarazione dei redditi.
Inoltre, l’imprenditore dovrà differenziare gli aiuti ricevuti prima o dopo il 28 gennaio 2021 (data in cui le soglie furono aumentate), con possibilità di riportare in avanti l’eccedenza ante quella data per beneficiare della soglia più alta. Tuttavia, il modello messo a punto dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha una pecca: esso, infatti, non tiene conto dell’aumento delle soglie verificatosi lo scorso novembre (da 1,8 a 2,3 milioni e da 10 a 12 milioni), dato che si attiene a quanto disposto dal decreto del ministro dell’Economia Daniele Franco firmato a inizio dicembre 2021 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 20 gennaio 2022.
Dopo tre mesi dalla sua pubblicazione, la dichiarazione sostitutiva è stata consegnata all’imprenditore: da quel momento, egli è tenuto a restituirla compilata e firmata al mittente entro, appunto, il 30 giugno 2022 (perciò entro circa 60 giorni).
Come se non bastasse – sottolinea La Verità – il rispetto delle soglie deve essere verificato a livello di impresa unica e non di soggetto giuridico beneficiario: dato che l’impresa unica coinvolge più società e, di conseguenza, allarga il perimetro del gruppo, in questo modo aumenterebbero le probabilità di aver superato le soglie. Inoltre, non è escluso il rischio di confondere il concetto di impresa unica con quello di gruppo societario: in caso di errori o omissioni le relative sanzioni penali sarebbero dietro l’angolo.
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