“L’Italia non è un paese per mamme”, è il titolo di un articolo apparso sul quotidiano Avvenire in edicola oggi, in cui si commentano le risultanze del VII Rapporto “Le Equilibriste. La maternità in Italia nel 2022″ stilato da Save The Children.
Un’analisi impietosa, quella che emerge, in un paese in cui si scontano “decenni di politiche familiari largamente carenti”.
“E la prova del nove – continua il quotidiano ‘cattolico’ – è la condizione lavorativa femminile. Le donne in Italia infatti rinviano sempre più in avanti la maternità (l’età media al parto da noi raggiunge i 32,4 anni) e – anche per questo – fanno sempre meno figli (1,25 il numero medio per donna). Molte devono rinunciare a lavorare a causa dei carichi familiari: oltre il 42% delle donne tra i 25 e i 54 anni con figli, infatti, risulta non occupata e il 39% con due o più figli minori è in contratto part-time”.
Se in equilibrio tra casa e lavoro la prospettiva continua ad essere complessa, sul fronte della parità salariale la situazione si fa ancora più complicata, quasi senza via di uscita perchè sbilanciata a favore degli uomini:
“Il reddito mensile lordo medio stimato per i ragazzi nell’anno del diploma ammontava a 557 euro, per le ragazze 415. E alle soglie dei 30 anni, gli uomini mostrano una traiettoria salariale ancora in crescita. Quella femminile, invece, si appiattisce. Ingiustizie di genere anche nella lieve ripresa economica dello scorso anno: su 267.775 trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato del primo semestre 2021, solo il 38% riguarda donne”.
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