Non bastano i 200 euro del Bonus Draghi per garantire il riequilibrio dei salari e stipendi messi a dura prova dall’inflazione e il rialzo dei prezzi dei beni energetici. Ne sono convinti i sindacati, che lo sostengono da settimane, ma anche Confindustria, la confederazione degli industriali, che ha già una ricetta per portare altri soldi in tasca dei lavoratori.
Soluzione che non passa per un aumento degli stipendi inteso come elargizione da parte delle imprese, ma per una riduzione del prelievo contributivo sui salari lordi.
Ecco quanto dichiarato dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi e raccolto dal quotidiano Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
«Le urgenze sul tavolo sono tante: dal tetto al prezzo del gas, “l’unica strada per arginare” caro bollette e speculazione; ai rigassificatori ”cha vanno fatti” se vogliamo essere davvero indipendenti dal gas russo; al sostegno alle fasce di reddito medio-basse, che non sono i 200 euro una tantum che arriveranno a luglio, ma ”il taglio strutturale del cuneo fiscale-contributivo – ha spiegato Bonomi – . Abbiamo chiesto un intervento choc da 16 miliardi per dare a chi ha 35mila euro di reddito una mensilità in più in busta paga, 1.223 euro, per tutta la vita lavorativa. E’ da fine aprile che sto aspettando la proposta di Andrea Orlando, è passato un mese e non l’ho ancora vista. Sarà una ‘propostona’ e sono pronto a sedermi al tavolo per ragionare”. ”Parliamo anche di modello spagnolo, che sento spesso citare (dal ministro del Lavoro, ndr) – ha poi aggiunto il leader degli industriali – ma partiamo dal cuneo, che in Spagna è al 39,3% e da noi il 46%”».
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