Prosegue il dibattito sulla carenza di manodopera stagionale. Stavolta è il turno delle dichiarazioni del presidente della Federalberghi Sardegna, Paolo Manca, che già in occasioni televisive si è pronunciato sul tema senza tuttavia aver individuato il Reddito di cittadinanza come il principale colpevole.
“Se parliamo di baretti“, dichiara Manca all’Agi.it, a proposito del ruolo deterrente attribuito ai sussidi statali, “che assumono una persona per venti ore part time e poi non si sa bene quante ore le facciano fare, per 700 euro al mese, lì è palese che possa anche esserci una sorta di ‘competizione’ con il reddito di cittadinanza. Ma se ci riferiamo al lavoro strutturato in un albergo, nel momento in cui andiamo a forfettizzare, scopriamo che lo stipendio più basso è di 1.300 euro al mese. In questo caso, la vedo un po’ difficile che una persona preferisca prendere il reddito di cittadinanza, che arriva a 600 euro”.
I problemi sono altri e riguardano la natura temporanea e non strutturale del rapporto:
“Molte persone scelgono di non lavorare nel turismo“, osserva Manca, “perché non possono essere stabilizzate. C’è un problema di carriera e, per questo, bisognerebbe ripensare il sistema, in modo da risolvere le criticità, perché noi abbiamo bisogno di avere dei professionisti nel settore”.
“Altro aspetto“, sottolinea l’albergatore sardo, “è la ‘cumulabilità’. Io, ad esempio, faccio delle assunzioni di otto mesi e i dipendenti non accettano di firmare un contratto a tempo indeterminato, con formula part time verticale ciclica, che prevede otto mesi di lavoro e i restanti quattro a casa. Non lo accettano perché in quei quattro mesi non prenderebbero alcun sussidio di disoccupazione. Quindi, alla fine, molti preferiscono rimanere a tempo determinato, anche perché è palese che la stagione ha dei termini e non possiamo pretendere di portare le persone in spiaggia a gennaio o a febbraio”.
“In Spagna, invece, la situazione è diversa perché hanno previsto la cumulabilità del contratto a tempo indeterminato stagionale, il sussidio di disoccupazione e altri aiuti“, evidenzia Manca. “Questo, insomma, permette ai datori di assumere a tempo indeterminato e, allo stesso tempo, ai lavoratori di avere un aiuto per la pausa dei mesi invernali. Però, se in Italia non si fanno delle politiche del genere, pensate per il turismo che è un settore in gran parte stagionale, come nel caso della Sardegna, non se ne esce”.
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