“Checco, cosa vuoi fare da grande?” “Io voglio fare il posto fisso!” Una citazione, questa, ripresa dal film Quo Vado? del comico Checco Zalone, che ben riassume il mito del posto fisso in Italia. E se il posto fisso è un desiderio che tutti hanno, il posto fisso statale è proprio un’utopia. Eppure, anche in tempi di crisi come questi, ci sono delle condizioni che rendono l’impiego statale meno appetibile di come ci si immagina. Lo dimostrano i concorsi pubblici ultimamente sempre più disertati o le numerose rinunce a seguito di un’eventuale assegnazione.
La questione nasce dopo l’allarme lanciato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini sui tanti vincitori del concorso per impieghi presso la motorizzazione che hanno rinunciato a prendere servizio in una regione settentrionale.
Il concorso pubblico snobbato è stato proprio uno dei temi caldi affrontati questa mattina 1° giugno durante la popolare trasmissione di Mattino Cinque in onda su Canale 5.Ma secondo quanto dibattuto nel corso della puntata, a essere snobbato non è il concorso pubblico in sé quanto l’eventuale assegnazione (a seguito di superamento) in una città del nord. Il motivo sarebbe da ricondurre al diverso costo della vita tra nord e sud Italia: uno stipendio che nel Mezzogiorno consente una vita dignitosa, nelle regioni settentrionali ti permette a malapena di arrivare a fine mese.
Sulla questione è intervenuto, tra gli altri, anche il giornalista sportivo Raffaele Auriemma, che ha proposto quella che potrebbe essere una possibile soluzione al problema: “Io che sono di Napoli, posso mai vincendo un concorso venire a Milano dove per mangiare pago il 47% in più rispetto a Napoli? […] Bisognerebbe migliorare ed equiparare gli stipendi in base al posto in cui si vive.”
Una soluzione che ricorda molto la strategia adottata negli Stati Uniti. Tuttavia, fattibile solo sul piano teorico e che, inoltre, acuirebbe la differenza tra nord e sud, conclude il presentatore Francesco Vecchi.
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