Bonus 200 euro insufficiente, Governo diviso tra salario minimo e 1.233 euro “di Confindustria”

200 euro del Bonus Draghi che saranno erogati ai dipendenti nel mese di luglio non bastano per garantire il riequilibrio dei salari e stipendi messi a dura prova dall’inflazione e il rialzo dei prezzi dei beni energetici.

Da settimane lo affermano sindacati e Imprese, con Confindustria in testa che non manca occasione per rilanciare la sua proposta di tagliare il cuneo fiscale ai dipendenti con uno stanziamento di 16 milioni di euro, utile a far salire il netto in busta paga di 1.233 euro annui. Una ulteriore mensilità supplementare, chiariscono da Viale Dell’Astronomia.

Ma c’è anche chi rilancia sul salario minimo legale, quale soluzione per portare in alto gli stipendi. Oltre al M5S, ora è anche il Partito democratico, con il Ministro del Lavoro Andrea Orlando a puntare su una legge che alzi il salario minimo.

Negli ultimi giorni i temi sembrano poter rientrare nell’agenda di Governo, ma solo se il premier Mario Draghi punterà a mediare tra i partiti, che hanno una visione differente, e per trovare quale tra i due (legge sul salario minimo oppure taglio al cuneo fiscale) possa essere portato avanti. Lo scrive il quotidiano Avvenire in edicola oggi:

“Il ministro del Lavoro Andrea Orlando preannuncia una convocazione a breve delle parti sociali per parlare di «salari e qualità del lavoro». Ma la maggioranza si divide sulla prospettiva del salario minimo. Da una lato il Pd e il M5s insistono per un intervento a breve e guardano al caso della Germania, dove ieri il Parlamento ha formalmente decretato l’aumento della paga minima oraria a 12 euro da ottobre. Forza Italia esplicita però nuovamente la sua contrarietà alla misura, mentre il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti dice che il tema «non è un tabù ma bisogna vedere come si fa». Tuttavia, il ministro leghista, insieme al titolare forzista della Funzione pubblica, Renato Brunetta, fa intendere che il centrodestra di governo punta ad un altro tipo di misura più gradita alle imprese, la riduzione del cuneo fiscale. Con il nodo, ovviamente, delle risorse da reperire”.

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