Il problema salariale in Italia esiste da anni ma con la crisi Ucraina e il rialzo dei prezzi è ritornato fortemente sulla scena. Il nodo principale sta sul cd. cuneo fiscale, vale a dire il prelievo dalla retribuzione lorda che fa abbassare drasticamente il salario netto.
Di quanto? La realtà delle cose ce la spiega l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore sulle cui colonne si legge:
“A fronte di 300 miliardi di salari lordi corrisposti in media ogni anno nel settore privato, lo Stato incassa circa 100 miliardi di contributi previdenziali e circa 80 miliardi di Irpef per un totale di 180 miliardi di euro a carico dei datori lavoro e dei lavoratori: dunque, il reale cuneo fiscale e contributivo nel settore privato è pari a 60%, ed è molto più alto del dato Ocse che si attesta nel 2021 al 46,5% (riferito alla retribuzione media di un lavoratore single), comunque tra i più elevati dei Paesi industrializzati. In questo rapporto il cuneo contributivo è maggiore perché pesa per il 33% mentre il cuneo fiscale è del 26%”.
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