Reddito di Cittadinanza, rifiuto offerta lavoro e taglio 5 euro: ecco a che punto siamo

Torna sulle disfunzioni del Reddito di Cittadinanza il quotidiano Libero oggi in edicola, affrontando il tema della recente mini-riforma del sussidio introdotta dalla legge di Bilancio.

In particolare il quotidiano diretto dal giornalista Alessandro Sallusti, noto anche al pubblico televisivo per le sue continue apparizioni tv, si sofferma sull’attivazione del cosiddetto “decalage”, ovvero della “sanzione” di 5 euro al mese per il primo rifiuto di un’offerta di lavoro, che doveva decorrere dal 1° gennaio 2022. Il decalage si applica alle famiglie in cui almeno un individuo è tenuto alla sottoscrizione del Patto per il Lavoro o per l’inclusione sociale: per approfondire clicca qui.

Ecco quanto si legge in proposito sul quotidiano:

“In realtà ad oggi non è stato fatto praticamente nulla, per una ragione semplice. Lo Stato non è in grado di tracciare chi ha effettivamente detto no a un impiego. E questo perché, come scritto nei giorni scorsi dal Messaggero, i centri per l’impiego regionali continuano a non comunicare all’agenzia nazionale i nomi di chi ha evitato il lavoro. Risultato: finora siamo a zero multe comminate. La tesi del Movimento Cinquestelle per giustificare questa e altre macroscopiche violazioni è semplice: è vero che nel solo 2021 sono state denunciate violazioni per 150 milioni sul reddito di cittadinanza, ma la somma totale del denaro perso dallo Stato in truffe è pari a ben 15 miliardi. Vista la leggerezza dei controlli, però, è probabile che le proporzioni reali siano ben diverse. Un dato sempre dello scorso anno: i carabinieri hanno effettuato 38.450 verifiche, dal 12,6% sono emerse irregolarità. E tutto questo riguarda solo violazioni macroscopiche, tra fenomeni che giravano in Porsche e chiedevano il sussidio e altri che erano titolari di società ma si dichiaravano indigenti”.

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