La riforma riguardante il reclutamento e la formazione del personale docente in seno al testo del Decreto PNRR, in discussione al Senato nelle Commissioni, modifica il DL 36 del 30 aprile scorso introducendo una serie di importanti novità.
Vediamo insieme di cosa si tratta.
Vengono confermati i 60 CFU che si traducono in un percorso abilitante gestito dalle stesse Università e attivato sulla base del numero di cattedre vacanti prevedendo, però, una selezione in ingresso. Sarà l’unico modo attraverso cui i candidati potranno conseguire l’abilitazione.
Fino al 2024, tuttavia, è data la possibilità ai candidati dei concorsi di accedere con i 24 CFU – con tirocinio non retribuito – e conseguire i restanti crediti dopo aver superato le prove.
Per accedere ai concorsi gli aspiranti dovranno essere in possesso dell’abilitazione di cui sopra. Cambia anche lo svolgimento delle prove: vengono eliminate le risposte a crocetta favorendo risposte a domande aperte.
Per finanziare la formazione in servizio dei docenti non sono previsti tagli all’organico del potenziamento. Quest’ultima sarà finanziata con adeguamento dell’organico di autonomia.
È stata istituita anche una formazione per i docenti in servizio che prevede una retribuzione. Si tratta di un percorso di formazione la cui partecipazione sarà volontaria e chi supererà con successo questo percorso triennale verrà premiato con un premio in denaro. Sarà istituita una Scuola di alta formazione con il fine di fornire le linee guida all’attivazione dei corsi premiali per docenti.
Almeno fino al 2024 è salva la Carta del docente. Non ci sarà, infatti, il taglio previsto inizialmente.
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