Stamattina 11 luglio ha parlato alla Camera il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico, in occasione della presentazione del rapporto annuale Istat 2022. Tra i dati presentati da Tridico a Montecitorio, un’analisi molto approfondita è stata condotta sul Reddito di Cittadinanza.
Come ha spiegato il Presidente nella sua relazione, nei primi 36 mesi di applicazione (aprile 2019 – aprile 2022), il sussidio ha raggiunto 2,2 milioni di nuclei familiari per 4,8 milioni di persone, per un’erogazione totale di quasi 23 miliardi di euro. L’importo medio mensile risulta per il mese di marzo 2022 pari a 548 euro per nucleo familiare, molto differenziato tra RdC (577 euro) e PdC (248 euro).
Il sussidio è stato analizzato anche in rapporto al reddito da lavoro. Vediamo cosa dicono i dati.
I dati riguardo la sua integrazione a un reddito da lavoro non sono molto incoraggianti.
Solo un terzo dei percettori in età lavorativa, infatti, ha un riscontro amministrativo di partecipazione al mercato del lavoro negli anni 2018 o 2019. Il restante due terzi è composto da minori, over 65, disabili e persone che non hanno mai lavorato. In particolare per questi ultimi soggetti, RdC diventa un vero e proprio sostitutivo del reddito da lavoro.
Solo il 20% degli individui in età lavorativa con undici o dodici mensilità percepite nell’anno 2021 risulta occupato (pari a 393 mila persone), con il 40% di nuclei familiari coinvolti. Tuttavia, il dato incoraggiante è che non c’è, per questi percettori, un incentivo ad uscire dal mercato: il numero dei percettori che lavorano rimane stabile o aumenta nel tempo.
Il lato negativo di questa condizione riguarda il tipo di contratto che viene offerto loro. Dai dati emerge che i percettori “stabili” di RdC che lavorano sono impiegati in prevalenza, in circa il 60% dei casi, con contratti a termine e a tempo parziale. D’altro canto, ciò significa che è anche grazie alla presenza del RdC che una parte cospicua dei working poors riesce a restare sul mercato e a ottenere un reddito che permette loro di sopravvivere.
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