Approvata il 13 luglio scorso all’unanimità la legge delega di riforma dello spettacolo, uno dei disegni di legge collegati alla manovra di bilancio per il triennio 2023-2025 e che delega al governo l’adozione di un nuovo “Codice dello spettacolo”.
Ottimi i cambiamenti in arrivo per i professionisti del teatro, della musica, della danza, degli spettacoli viaggianti, delle attività circensi, dei carnevali storici e delle rievocazioni storiche. In attesa che il Governo eserciti la delega (ha 9 mesi di tempo per farlo), vediamo qualche importante novità.
Grazie a questa nuova riforma, migliaia di lavoratori dello spettacolo potranno andare in pensione. Una novità non da poco e che purtroppo, fino a ora, non poteva considerarsi scontata.
Questo perché fino allo scorso 13 luglio il tempo che gli attori, i musicisti e più in generale tutti coloro che lavorano dietro le quinte non trascorrevano attivamente sul palcoscenico era considerato, ai fini previdenziali, tempo perso. Un tempo necessario e fondamentale per garantire la (buona) riuscita dello show ma che ai fini della pensione, in pratica, non valeva nulla.
Fino a ora infatti sono stati pochissimi gli artisti riusciti a maturare il requisito dei 90 giorni per avere i contributi ai fini pensionistici. Adesso, con la riforma potranno valere a questi fini anche i giorni di preparazione di uno spettacolo.
Inoltre, tra le novità della riforma dovrebbe essere previsto anche un contributo economico per chi ha un reddito inferiore a una certa soglia (ancora da stabilire). In questo modo non solo si aiuterebbero le aziende piccole e indipendenti, le più colpite dalla pandemia e per questo a volte anche costrette a lasciare il settore, ma si scongiurerebbe anche il lavoro in nero.
Tra le altre disposizioni dovrebbero figurare la definizione di nuove norme in materia di contratti di lavoro nel settore dello spettacolo e di un equo compenso per i lavoratori autonomi dello spettacolo e il riconoscimento del ruolo professionale degli attori.
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