Il Reddito di Cittadinanza non è per sempre. Ci sono dei casi, infatti, in cui Inps può disporre la revoca del sussidio: nei casi meno gravi si tratta di una sospensione temporanea (causata, per esempio, da un mancato aggiornamento del valore ISEE), ma in alcuni casi la revoca può anche essere definitiva. E non è tutto. A seguito di una revoca definitiva, il percettore può anche essere costretto a restituire la somma ricevuta.
In quali casi vanno restituiti gli importi percepiti del Reddito di Cittadinanza? Questa circostanza si verifica perché il beneficiario ha ricevuto la somma pur non avendone il diritto: Inps vuole quindi riappropriarsi di un tempo erogato indebitamente. Alcuni dei motivi che portano alla restituzione possono essere:
In tutti questi casi, il percettore è tenuto a restituire la somma indebitamente ricevuta. Tuttavia, un modo per evitare la restituzione delle somme precedentemente ricevute c’è. È quello di comunicare all’Inps tutte le eventuali variazioni che potrebbero portare a una revoca del sussidio. In questo modo il sussidio verrà revocato ma non si sarà costretti a restituire nulla.
Per comunicare all’Istituto previdenziale le variazioni che possono incidere sul diritto a ricevere il RdC, esiste un apposito modulo, allegato al messaggio Inps n. 2662. Compilando questo modulo e presentandolo a Inps, il percettore dichiarerà autonomamente di voler rinunciare al Reddito di Cittadinanza.
Per scaricarlo in PDF clicca qui. La rinuncia comporta la disattivazione della Carta Rdc/Pdc, con decorrenza dal momento della rinuncia stessa.
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