Nei giorni scorsi il Ministero dell’Economia ha dato il via alle assunzioni a tempo indeterminato di 94.130 nuovi docenti, come richiesto dal Ministero dell’Istruzione. I nuovi ingressi riguarderanno la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado per l’anno scolastico 2022/23.
Numeri importanti per l’anno scolastico che va ad iniziare ma insufficienti. Lo denunciano tempo da tempo sindacati e lo ricorda sul portale Skuola.net Ivana Barbacci, Segretaria generale Cisl Scuola. Mancano almeno 100.000 supplenti, soprattutto per le materie scientifiche.
“In realtà – sottolinea la neo Segretaria di Cisl Scuola – per garantire il funzionamento del servizio servono ogni anno circa 100mila posti in più, prevalentemente di sostegno, che tuttavia non hanno carattere di stabilità e sono quindi coperti con contratti a termine”.
“Una quota di supplenti, piuttosto considerevole, è da mettere in conto per la natura ‘provvisoria’ di questi 100mila e più posti che si aggiungono alla normale pianta organica. Come è abbastanza scontato che i posti disponibili per assunzioni in ruolo rimarranno in buona parte affidati a supplenza, per mancanza di aspiranti nelle graduatorie da cui si attinge. Nonostante il proliferare di procedure concorsuali, infatti, anche quest’anno sarà ben difficile che si riesca a coprirne più della metà. Lo scorso anno si superò di poco il 50% solo grazie alla decisione di assumere dalla I fascia delle GPS, cosa che sarà possibile anche quest’anno per il sostegno”.
Le regioni dove si registra un maggior numero di supplenti e uno scarso numero di candidati sono “in Piemonte, per la primaria, solo 46 candidati per 1.307 posti; in Lombardia 481 per 3.396 posti, in Emilia Romagna 124 per 1.077 posti. Ma anche nel Lazio non va benissimo, con 264 aspiranti per 957 possibili assunzioni. Solo Campania, Sicilia e Calabria hanno più aspiranti che posti. Variegata è però anche la situazione sui posti comuni, dove saranno coperti tutti i posti disponibili per infanzia e primaria, mentre avremo buchi più o meno grandi su altre classi di concorso, specie quelle dell’area scientifica, soprattutto al Nord”.
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