Il 25 settembre prossimo gli italiani saranno chiamati alle elezioni politiche. E c’è una tema, divisivo, che sta al centro del dibattito politico: che fare del Reddito di Cittadinanza? Sarà confermato?
I 5Stelle che lo hanno fortemente voluto ora lo difendono, insieme a una parte del Partito Democratico e dei partiti di Sinistra come LEU e Sinistra italiana.
Ma nel PD non sono tutti convinti che lasciarlo così com’è sia la migliore soluzione e spingono per una riforma. Chi vuole invece cancellarlo, sono i prossimi alleati del Partito Democratico, vale a dire Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi.
Ecco quanto scrive in proposito il quotidiano Il Messaggero in edicola oggi:
“Bandiera dei Cinquestelle dai tempi del governo giallo-verde, il sussidio è finito per piacere (e parecchio) anche a una buona parte del Pd. Una «norma di civiltà», per il vicesegretario Beppe Provenzano, che trova d’accordo pure Leu (che proprio ieri ha ufficializzato l’apparentamento con i socialisti e la lista Demos) e Sinistra italiana. E se tra i dem l’opinione più diffusa è che «un sostegno alle fasce deboli serve, ma il Reddito così com’è va riformato», chi di quei 780 euro al mese per chi non trova lavoro non vuol più sentire parlare è Matteo Renzi. Che, non è un mistero, ha pure raccolto le firme per abolirlo. Anche per Calenda il Reddito è «una iattura»: «Va rivisto», ripete il leader di Azione. Secondo cui il beneficio – che dovrebbe essere affiancato a progetti di utilità sociale – dev’essere negato a chi rifiuta la prima offerta di lavoro disponibile, anche da privati”.
Dunque in caso di un Governo appoggiato da PD da un lato e Azione-Italia Viva il Reddito di Cittadinanza potrebbe essere oggetto di rivisitazione, soluzione ‘mediana’ tra una sua cancellazione o la conferma così com’è, viste le spinte contrarie, specie del Partito di Matteo Renzi che ha già depositato la richiesta di Referendum per la cancellazione.
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