Il rinnovo dei contratti degli enti locali per il 2022-2023 gonfierà gli stipendi di circa 430 mila dipendenti pubblici di circa 118 euro medi mensili.
È quanto stabilito dall’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) e i sindacati, che lo scorso 4 agosto hanno sottoscritto l’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto delle Funzioni locali per il triennio 2019-2021. Il contratto riguarda i dipendenti di Regioni, Province e Comuni.
Vediamo in che consistono le più importanti novità e a quanto ammonta l’aumento.
Gli aumenti previsti dal rinnovo dei contratti 2022-2023 oscillano da un minimo di 56,10 euro lordi al mese previsti per le posizioni gerarchiche più basse a un massimo di 102,50 euro per le posizioni più alte. A questi vanno poi aggiunte le risorse per ordinamenti e salario accessorio, che garantiranno un aumento mensile medio degli stipendi pari a 117,53 euro.
In base a queste cifre, si stimano arretrati una tantum tra 1.500 euro e 2.700 euro lordi, in base all’inquadramento contrattuale del singolo dipendente. Come si legge nel sito del Ministero per la Pubblica Amministrazione, la media degli arretrati sarà pari a circa 1.727,63 euro. Tali importi potrebbero arrivare con la busta paga di fine anno.
Tra le altre novità previste nel rinnovo dei contratti delle PA 2022-2023 troviamo:
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