Braccianti agricoli sfruttati perdono occhi, mani, dita: ecco cosa succede a Crotone

La vita dei Braccianti agricoli non è facile, si sa, se poi sei immigrato e più facilmente ricattabile anche per via delle regole interne sulla Sicurezza, la situazione si fa più complicata.

Una testimonianza di cosa accade ai Braccianti agricoli dell’agro-crotonese, in Calabria, ce la racconta la Caritas locale, che da 5 anni ha avviato un ”progetto Presidio” con cui presta tutela e assistenza agli immigrati che cercano di integrarsi lavorando tra campi e serre e vengono sistematicamente sfruttati, anche grazie all’intervento dei Caporali.

Ecco quanto si legge sul quotidiano cattolico Avvenire nell’edizione in edicola oggi, a proposito delle vicende più significative incorse ai braccianti:

Braccianti picchiati perché rivendicavano un giusto salario. Altri gravemente infortunati e poi cacciati. Altri ancora trattati da schiavi. E perfino chi, scoperto lo sfruttamento, viene espulso. Sono tanti i casi affrontati dalla Caritas di Crotone, in particolare nell’ultimo anno da quando anche qui è partito il Progetto Presidio che si occupa in particolare della tutela dei diritti dei lavoratori immigrati. Lo sportello immigrati, aperto da 5 anni dal lunedì al venerdì, ascolta ogni giorno 15-20 persone, gli operatori di Presidio hanno assistito lo scorso anno circa 400 immigrati, quest’anno siamo a circa 150. Si fa assistenza legale e per i contratti. C’è moltissimo lavoro nero, ma anche grigio”.

«Un’azienda agricola – si legge sul quotidiano “vicino” al Papa – faceva vivere un bracciante nella stalla e lo pagava meno del dovuto. Siamo intervenuti noi e il parroco. “Lo sta trattando peggio degli animali”. Alla fine si è messo in regola». Ma altri non gradiscono gli interventi degli operatori. Così qualcuno ha danneggiato il pullmino della Caritas e altri hanno coperto di rifiuti l’auto di una suora. E non finiscono le storie drammatiche. Un bracciante che rivendicava i suoi diritti è stato duramente picchiato perdendo un occhio. Una ragazza lavorando ha perso l’uso di una mano e l’imprenditore l’ha mandata via. «Quando hanno un infortunio vengono scaricati, letteralmente buttati fuori». Per questo alcune volte i braccianti negano. «Proprio ieri si è presentato da noi un ragazzo con le dita di una mano tranciate. Ha detto che era stato lo sportello di un’auto. Non era vero. Invece era l’effetto di lavoro nero. Era andato in ospedale, aveva firmato per le dimissioni ma poi era peggiorato ed era venuto da noi»”.

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