Il Decreto Aiuti bis ha ufficializzato l’aumento pensionistico. Il riferimento è all’art. 21. Ma basta indagare un po’ per capire che tale aumento altro non è che un’anticipazione della rivalutazione delle pensioni. Solitamente la rivalutazione la si fa a gennaio, ma per contrastare gli effetti dell’inflazione e difendere il potere d’acquisto dei pensionati si è pensato di anticiparla a ottobre 2022.
Vediamo a quanto ammonta l’aumento delle pensioni, chi riguarda e per quanto tempo avrà effetto.
L’aumento pensionistico complessivo sarà del 2,2%, che risulta dalla somma di due diversi adeguamenti:
Se il secondo intervento non prevede limiti reddituali e riguarderà tutti i pensionati, il primo interesserà invece solo le pensioni inferiori ai 2.692 euro mensili, quindi 35 mila euro all’anno. La conferma proviene direttamente dall’art. 21 del DL.
Tuttavia, non tutti i pensionati al di sotto di questa cifra potranno beneficiare di una rivalutazione piena. Il limite da considerare è quello dei 2.097 euro mensili (quattro volte il minimo Inps, pari a 524 euro). In particolare:
Per capire la reale portata della rivalutazione anticipata del 2% riportiamo la tabella compresa nello studio Uil sugli effetti del Decreto Aiuti bis:
Pertanto, riprendendo gli scaglioni di prima:
Come specificato nel suddetto articolo 21, l’incremento del 2% sarà riconosciuto in via transitoria per ciascuna delle mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022, inclusa la tredicesima mensilità spettante. Saranno quindi 4 le mensilità interessate dagli aumenti riportati nella tabella sopra.
Nel medesimo articolo 21 (comma 1, lettera a) viene specificato che il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni, pari allo 0,2%, per l’anno 2021 è anticipato al 1° novembre 2022. Questo verrà riconosciuto in un’unica soluzione e andrà calcolato sul totale della pensione percepita nel 2022.
Pertanto, il cedolino pensione che conterrà gli importi più sostanziosi sarà quello di spettanza di novembre 2022.
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