La scoperta annunciata ieri da Eni di una nuova riserva di gas al largo delle coste cipriote fa sorridere solo a metà. Perché l’impennata ormai fuori controllo delle quotazioni del gas preoccupa non poco il Governo, e non basterà certo un nuovo giacimento a risollevare le sorti petrolifere.
A illustrare il drammatico scenario che si prospetta nel breve periodo è Il Messaggero, che nell’edizione in edicola il 23 agosto annuncia:
“Il prezzo del gas vola ancora e preoccupa il governo e le imprese. Il presidente della Confindustria, Carlo Bonomi, ha chiesto di mettere subito a punto e attuare un piano di razionamento per ridurre i consumi. Ieri sulla piazza di Amsterdam, dopo la conferma della russa Gazprom di voler chiudere per tre giorni il gasdotto Nord Stream che porta il metano in Europa, le quotazioni si sono impennate fino a sfiorare 300 euro al megawattora, con un balzo superiore al 20 per cento rispetto alla chiusura di venerdì scorso. Poi in serata un leggero ripiegamento con il costo fotografato in chiusura sopra 276 euro”.
Si teme un raddoppio delle bollette già da ottobre, quando arriverà l’aggiornamento trimestrale delle tariffe da parte dell’Autorità dell’energia (Arera). Adesso la questione sarà capire come fronteggiare i continui aumenti del prezzo del petrolio. Quanto fatto finora sembra non essere sufficiente, come ribadisce lo stesso quotidiano:
“Le misure già prese dal governo di Mario Draghi per contenere i rincari rischiano infatti di non bastare. Il numero uno dell’Arera, Stefano Besseghini, ha già detto che a settembre sarà necessario verificare se le risorse messe in campo finora sono sufficienti. L’appuntamento è per la fine del mese prossimo, quando l’Autorità varerà l’aggiornamento delle tariffe, che entreranno poi in vigore dal primo ottobre. Una revisione che arriverà proprio nella fase di passaggio fra l’esecutivo in carica e quello che si insedierà dopo le elezioni del 25 settembre. Il governo, anche se in carica solo per gli affari correnti in attesa del voto, è comunque già pronto a intervenire di nuovo. Lo ha fatto capire chiaramente ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, confermando che l’esecutivo «continuerà nelle prossime settimane a monitorare questa evoluzione e a muoversi nel solco tracciato dal capo dello Stato quando allo scioglimento delle Camere ha indicato i limiti di azione di questo governo»”.
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