In Italia cresce la povertà e il trend per il prossimo autunno è preoccupante. Situazione che ben conosce la Caritas, con Luciano Gualzetti, direttore della Consulta nazionale antiusura e di Caritas Ambrosiana, che in un’intervista al quotidiano Avvenire in edicola oggi getta il campanello d’allarme.
A rischiare di più, dice, sono piccoli imprenditori, cassaintegrati, famiglie numerose, disoccupati e pensionati, “sempre più nella morsa del debito”.
“E il carovita continuerà a fare vittime. Parto da due segnali: quel +45% di cassa integrazione straordinaria dei primi sette mesi dell’anno, che metterà in ginocchio altre famiglie tra gennaio e febbraio. Inoltre a luglio l’Istat ha rilevato 22mila occupati in meno, ma sono diminuiti anche i disoccupati. Numeri che lasciano intendere che i disoccupati diminuiscono perché hanno smesso di cercare lavoro. Di queste persone bisognerà farsi carico, non possiamo farci trovare ancora impreparati. Pare che le precedenti crisi, anche quella finanziaria del 2009, nulla ci abbiano insegnato. Le Caritas e le Fondazioni antiusura insieme a tutto l’imponente mondo del volontariato italiano da decenni si ritrovano a tamponare bisogni sociali insoddisfatti dal welfare statale”.
Aiuti non dovranno mancare, secondo la Caritas, ma anche riforme che tutelino il reddito minimo, in particolare quello dei pensionati, ”circa 200mila risultano sovraindebitati e ricevono non più di 702 euro, il cosiddetto minimo vitale”.
La richiesta che viene da più parti è una elevazione del tetto di impignorabilità.
“Sono d’accordo – dice Luciano Gualzetti – e auspico che venga approvato l’emendamento al decreto Aiuti bis che modifica l’articolo 545 del codice di procedura civile fissando la soglia di impignorabilità alla misura massima mensile dell’assegno sociale aumentata della metà. Ovvero a un minimo di mille euro. Sarebbe un provvedimento di equità sociale verso la fascia che ha pagato il prezzo più alto all’emergenza pandemica e che rischia di venire schiacciata da questi rincari. Cosa dovrà fare il prossimo Parlamento per aiutare sovraindebitati e vittime di usura? Ribadisco che gli strumenti normativi contro sovraindebitameno e usura sono superati, non ci consentono di dare risposte al passo con i tempi a milioni di famiglie. La legge 108 del 1996, al cui varo contribuì in maniera decisiva la stessa Consulta nazionale, va totalmente rivista perché a 25 anni dalla sua approvazione risulta inadeguata, farraginosa, lacunosa e anticostituzionale per l’esclusione delle famiglie dal Fondo di Solidarietà alle vittime dell’usura”.
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