Reddito di Cittadinanza, ora la cancellazione mette paura: ecco perchè

La campagna elettorale all’insegna dell’”Aboliamo il Reddito di cittadinanza” fa perdere voti e nessun partito, a distanza di circa 20 giorni dalla chiamata alle urne del 25 settembre prossimo, vuole prendersi questo rischio.

Lo hanno capito tardi ma alla fine sono rientrati, dalla Lega a Forza Italia, che ora parlano di ”riforma” e non cancellazione. Restano invece sulle barricate Calenda e Renzi – quest’ultimo ha anche avviato la procedura di attivazione di un referendum popolare – e Fratelli d’Italia che non fanno marcia indietro.

Insomma anche se la mossa è in odore di vero e proprio calcolo politico, sembrerebbe che ci siano tutte le condizioni affinché in Parlamento non si crei una maggioranza pro-cancellazione. Lo scrive Il Messaggero del 4 settembre:

“Se il Movimento 5 stelle è ovviamente un caso a parte ed è un fatto che il suo radicamento territoriale è spesso sovrapponibile alle aree in cui vivono i percettori del sostegno – il resto dei partiti (compresi quelli un tempo più critici), hanno finito con l’ammorbidire le proprie posizioni. E così mentre la leader di Fratelli d’Italia ne promette l’abolizione nel suo programma, nel testo congiunto del centrodestra la posizione è molto più morbida. Tant’è che sia Matteo Salvini che Silvio Berlusconi avanzano idee nuove per provare a modificarlo. La Lega ad esempio ora vuole mantenerlo per chi non può lavorare, cambiando gli importi per Regione in base al costo della vita da territorio a territorio, e affidandolo ai Comuni. Forza Italia invece si concentra sul ridurre la platea dei beneficiari per poter destinare 4 miliardi di euro all’aumento delle pensioni”.

D’altronde il rischio è – fanno notare i più teorici dei partiti – che il Movimento 5 Stelle faccia il pienone, specie nelle Regioni dove c’è una significativa concentrazione di percettori. “I sondaggi infatti, li vedono più forti al Sud. Proprio dove i percettori del Reddito sono di più (1,75 milioni, quasi la metà). E in particolare siano più solidi in Campania, Sicilia e Puglia, dove il numero dei percettori tocca rispettivamente i picchi di 165, 153 e 93 ogni mille abitanti (nel mezzo solo la Calabria a 136). Tutti i partiti in pratica strizzano l’occhio a questa parte di elettorato, pur consapevoli che lo strumento – per quanto utile in molte situazioni – soffra di pesanti distorsioni e vizi di forma. Lo scorso anno infatti solo il 4,2% dei beneficiari ha trovato lavoro. Tant’è che a dicembre il 70% dei percettori era costituito da persone che lo ricevevano già nel 2019”.

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