“Salario minimo illiberale. Reddito di Cittadinanza a queste 3 categorie”. Tajani a Confcommercio

ROMA – No al salario minimo per legge e Reddito di Cittadinanza assolutamente da rivedere. Su i due temi al centro del dibattito di questa campagna elettorale è intervenuto Antonio Tajani (FORZA ITALIA), intervenuto dopo Calenda durante l’incontro che Confcommercio ha organizzato oggi con la politica.

Queste le parole dell’ex Presidente del Parlamento europeo riservate alla platea degli imprenditori italiani in merito al salario minimo :

“Noi siamo contrari al salario minimo fissato per legge, crediamo nella contrattazione collettiva che porta risultati migliori sia per gli imprenditori che per i lavoratori. Il salario minimo va bene in quei Paesi dove non esiste la contrattazione collettiva ma fissarlo per legge non è liberale, ci opporremo.”

Tajani si è fatto sentire anche sul Reddito di Cittadinanza:

“Lo Stato deve approvare un decreto per famiglie e imprese perché se chiudono le imprese vanno a casa anche i lavoratori, oltre agli imprenditori. Non è giusto che lo Stato paghi, togliendo a chi avrebbe diritto, chi non va a lavorare. Quelli che non vanno a lavorare ma che devono essere aiutati dallo Stato sono i pensionati, i disabili (tutti e due con pensioni da fame), le casalinghe che lavorano da sempre senza riscuotere e chi vive in condizioni di estrema povertà. Il principio del Reddito di Cittadinanza non è sbagliato, è sbagliato se diventa un modo per avere più voti. Serve una riforma perché è immorale che un lavoratore chieda di essere pagato in nero perché sennò perde il diritto al Reddito di Cittadinanza. Chi può lavorare deve andare a lavorare”.

Dunque secondo il politico “vicino” a Silvio Berlusconi il RdC può continuare a svolgere la sua funzione di sostegno al reddito solo per pensionati, disabili e casalinghe.

DALLA INVIATA DI TUTTOLAVORO24.IT IN CONFCOMMERCIO

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