Aumenti Stipendi Manager pubblici, Sindacati: Decreto Aiuti non serve per aiutare redditi oltre i 240.000 euro

La notizia della rimozione del tetto di 240.000 agli stipendi dei Manager pubblici ha fatto il giro d’Italia, attreversando piazze, uffici, fabbriche e i social.

Fino ad arrivare alle assemblee della Cgil in corso a Bologna, dove il Segretario Generale Maurizio Landini ha così commentato l’iniziativa votata a maggioranza dal Senato: quell’emendamento “lo hanno votato tutti” e “questo è indegno contro lavoratori che hanno mandato avanti il Paese”.

“Chi ha un reddito di 240 mila euro – ha aggiunto Landini – non ha problema di pagare affitto, pagare le bollette, mentre il decreto aiuti dovrebbe aiutare chi non ce la fa ad arrivare a fine mese”.

Sulla stessa linea anche il Segretario Generale Uil Pierpaolo Bombardieri: “in questo momento di crisi così profonda non possiamo pensare che ci sia qualcuno che possa pensare di aumentare lo stipendio di chi guadagna 240mila euro l’anno”. “Servirebbe anche verificare – conclude – se i dirigenti abbiano o meno raggiunto gli obiettivi considerato che nella pubblica amministrazione li raggiungono sempre tutti a prescindere da quello che fanno”.

Intanto fonti di agenzia fanno sapere che Palazzo Chigi ha presentato un emendamento per sopprimere la tanto discussa norma che consente l’aumento di stipendio oltre i 240mila euro per i manager pubblici, e che in Commissione alla Camera il testo è stato già approvato quest’oggi. Ora la legge di conversione del Decreto Aiuti Bis dovrà tornare al Senato per la seconda approvazione.