Sanzioni più severe per le imprese che si trasferiscono senza rispettare le procedure.
È quanto deciso in Consiglio dei ministri dello scorso 16 settembre e richiamato in un comunicato stampa del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando.
“abbiamo rafforzato le norme sulle delocalizzazioni selvagge avvicinandoci allo spirito originario della mia proposta di un anno fa. Sanzioni più severe per chi non rispetta le procedure, tempi più lunghi per individuare un futuro alle aziende dismesse. Sono sempre di più le imprese che vanno via da un giorno all’altro senza preoccuparsi dei lavoratori, delle famiglie e del tessuto sociale, economico e produttivo delle comunità che lasciano. Oggi un altro passo avanti con la soddisfazione di avere il sostegno, rispetto a qualche tempo fa, largo della politica e delle istituzioni”.
Secondo quanto si apprende la misura contenuta nella bozza del Decreto Aiuti ter prevede tra l’altro che “in caso di mancata sottoscrizione del piano da parte delle organizzazioni sindacali” il datore di lavoro è tenuto a pagare il contributo per il licenziamento collettivo previsto dalla legge 92/2012 “innalzato del 500 per 100″.
Inoltre, nel caso in cui “il datore di lavoro cessi definitivamente l’attivita’ produttiva o una parte significativa della stessa, anche per effetto di delocalizzazioni, con contestuale riduzione di personale superiore al 50 per cento di quello impiegato mediamente nell’ultimo anno, a livello nazionale o locale” sara’ “tenuto alla restituzione delle sovvenzioni, dei contributi, sussidi ed ausili finanziari o vantaggi economici a carico della finanza pubblica di cui hanno beneficiato gli stabilimenti produttivi oggetto delle cessazioni o ridimensionamenti di attivita‘” percepiti “nei 10 anni antecedenti l’avvio della procedura” e “in proporzione alla percentuale di riduzione del personale“; inoltre il soggetto interessato non potrà ricevere nuovi sussidi “fino alla completa restituzione delle somme“. Infine i provvedimenti di restituzione della Pa costituiranno “titolo per la riscossione coattiva” e “sono destinate per processi di reindustrializzazione o riconversione industriale delle aree interessate dalla cessazione dell’attivita'”.
“Delocalizzare significa impoverire un territorio“, aveva detto a inizio gennaio Giovanni Mininni, segretario generale della FLAI Cgil nazionale commentando il trasferimento di un’azienda dell’alto Mugello fiorentino verso Bergamo. Rafforzare le sanzioni servirà proprio a evitare tutto questo.