Si può fare domanda per il Reddito di Cittadinanza anche se in famiglia c’è un detenuto. La procedura telematica per richiedere il sussidio, infatti, è stata aggiornata.
La novità amplia notevolmente il numero delle famiglie che possono avere accesso al sussidio. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste.
Il Reddito di Cittadinanza è un’integrazione economica per i soggetti in difficoltà e spetta a chi si trova in stato di disoccupazione: si pone quindi come obiettivo l’accesso nel mondo del lavoro.
Ciò non significa che tutte le persone senza lavoro posso averlo: pur rispettando tutti i requisiti, chi ha precedenti penali per reati gravi è escluso dal riconoscimento del Reddito di Cittadinanza (per l’elenco completo dei reati consulta la nostra GUIDA).
Ma non solo. Finora, ne rimaneva escluso l’intero nucleo familiare della persona condannata, detenuta o pregiudicata. Nessuno, dunque, all’interno di quella stessa famiglia poteva presentare domanda per RdC.
Dallo scorso 3 ottobre, la procedura telematica per fare domanda del Reddito di Cittadinanza è stata aggiornata.
Grazie a tale modifica, viene concessa la possibilità di indicare i componenti cui non spetta il beneficio, in maniera tale da poter escludere dal sussidio quei membri familiari in stato detentivo, senza però incappare nel rischio di vedersi rigettata la domanda.
In questo modo, il parente detenuto, condannato, ecc. non verrà conteggiato nella scala di equivalenza che serve all’Inps per calcolare l’entità dell’assegno, ma il nucleo familiare in possesso dei requisiti necessari potrà comunque percepire il Reddito di Cittadinanza.