Dopo la morte del giovane studente Sebastian Galassi, ciclofattorino 26enne per Glovo, si è scatenata la protesta ieri a Firenze. La maggiore partecipazione è arrivata dai Rider di Glovo e Deliveroo, le due multinazionali che da sempre si mostrano contrarie al riconoscimento di ogni diritto ai lavoratori.
Moderatamente massiccia l’adesione, tenendo conto che un giorno di sciopero, sioè di non lavoro ai Rider costa molto caro, visto che l’algoritmo li penalizza dei giorni successivi. Dal Nidil-Cgil di Firenze però sono soddisfatti.
«Secondo noi – dichiara Ilaria Lani delegata di Nidil a il manifesto – l’agitazione sta andando bene, tenendo conto che il 90% dei rider sono migranti con la quotidiana necessità di guadagnare qualche decina di euro. Loro sanno bene che una giornata di non-lavoro viene subito registrata dall’algoritmo, che li penalizzerà nelle ordinazioni dei giorni seguenti. Per questo è necessario riaprire il tavolo con le aziende che aderiscono ad Assodelivery, che in due anni di trattative hanno fatto qualche apertura sulle dotazioni di sicurezza e le assicurazioni, ma continuano a far muro sull’inquadramento professionale dei rider».
Una protesta che ha avuto un importante seguito anche a causa del gesto di Glovo. La multinazionale del Food Delivery, negando di aver nessun altra responsabilità, “si è scusata, ha disattivato in automatico l’account «per mancato rispetto di termini e condizioni»”. E null’altro. Trapela che forse invieranno un contributo per le spese del funerale.
“Gentile Sebastian, siamo spiacenti di doverti informare che il tuo account è stato disattivato per il mancato rispetto dei termini e delle condizioni”. Così parte della mail inviata da Glovo al giovane Rider Sebastian Galassi.