Chi sarà il prossimo Ministro del Lavoro? Chi metterà mano ai dossier sociali più spinosi, come il salario minimo? Chi si assumerà la paternità di cancellare il Reddito di Cittadinanza? E’ questo uno degli interrogativi che circola in queste ore negli ambienti giornalistici, sindacali e tra i cittadini più direttamente interessati.
Nei giorni scorsi era circolato il nome di Luca Ricolfi, professore dato per ”vicino” a Giorgia Meloni. Neglle ultime ore invece salgono le quotazioni di Marina Calderone.
A riportare la notizia è l’agenzia Adnkronos che, rilanciando quanto riportato da Il Sole 24 Ore, scrive:
“se in un primo tempo si era anche ipotizzato l’arrivo a via Veneto del leader della Lega Matteo Salvini, attualmente il focus sembrerebbe essersi spostarsi verso un tecnico d’area: nel borsino infatti salirebbe, secondo quanto riferiscono fonti ben informate all’Adnkronos, la Presidente del consiglio nazionale dell’ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone”.
Marina Elvira Calderone è la Presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei Consulenti del Lavoro. Qualora fosse realmente lei a guidare il “Ministero di Via Veneto” significa che Giorgia Meloni, Premier in pectore, intenderà affidare ad un tecnico a tutto tondo il dicastero degli Affari sociali.
La Calderone, sassarese di origini, classe 1965, consulente del lavoro, da anni ricopre ruoli di responsabilità all’interno dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro.
Nel 2019, durante il Governo Conte I (M5S-Lega) il suo nome era anche tra i ’papabili’ per la Presidenza Inps, poi affidata a Pasquale Tridico.
Cosa pensa Marina Calderone del Reddito di Cittadinanza? La futura (ed eventuale) Ministra del Lavoro è da classificare nella categoria degli abrogazionisti o dei ‘garantisti’ del sussidio sponsorizzato dal M5S?
“Al reddito di cittadinanza sono mancati semplicità attuativa e supporto sistemico” – dichiarava la Presidente Calderone circa un anno fa – “è infatti uno strumento molto complesso: il passaggio dalla fase passiva (di percezione del reddito) a quella attiva, di supporto alla ricerca del lavoro, è molto lunga e complessa”.
Insomma durante gli interventi degli ultimi anni, la Calderone ha sottolineato come sia fondamentale l’incentivazione delle politiche attive, rafforzando le misure a sostegno dell’occupabilità come formazione, orientamento e tirocini al fine di coinvolgere i beneficiari del RdC in un percorso di reinserimento al lavoro. Non sembra quindi, si possa dire appartenga alla schiera di quelli che spingono per la sua cancellazione tout court. Basterà per tranquillizzare la platea dei beneficiari del “Reddito”? Questo lo sapremo solo nelle prossimi giorni quando verrò fuori la lista ufficiale dei componenti del nuovo Governo e la direzione che questo vorrà prendere, collegialmente, sulle politiche sociali e del lavoro.