Pensionamento anticipato, Cgil boccia l’uscita a 58/59 anni: dietro il no c’è questo motivo

Pensionamento anticipato a 58-59 anni con 35 di anzianità per gli uomini. E’ questa l’idea del centro destra e del Governo Meloni che si sta per formare, per “archiviare” per sempre la Legge Fornero.

Ma nel momento in cui nasce la proposta, arriva lo stop del principale sindacale confederale. Secondo quanto riporta Ansa.it il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, durante un intervento a margine dell’assemblea nazionale dei delegati della Fillea-Cgil a Milano, avrebbe bocciato sonoramente la proposta. Il motivo? Il pensionamento anticipato a 58/59 anni, più vantaggioso rispetto alla Legge Fornero di circa 10 anni, presenta una penalità per i lavoratori, la riduzione del 30% dell’assegno.

Insomma quello che si nasconderebbe dietro l’offerta del Governo Meloni è uno scambio: pensionamento anticipato in cambio di un risparmio per le casse Inps. Peccato che in questo modo andrebbe per buona parte depauperato il “patrimonio contributivo” del lavoratore.