Reddito di Inclusione Attiva, è il nuovo strumento pensato dalla Ministra del Lavoro Marina Calderone e annunciato dalla stessa lo scorso 13 dicembre durante un’audizione in commissione lavoro del Senato tra le linee guida programmatiche del suo dicastero. Vediamo di cosa si tratta.
Ideato come strumento di sostegno a lungo termine, il Reddito di Inclusione Attiva favorirebbe l’inserimento socio-lavorativo di chi versa in particolari condizioni di povertà mentre lo si aiuta economicamente, come spiegano le parole della Ministra riportate da Italia Oggi:
«Si valuterà la possibilità di intervenire anche attraverso un parallelo intervento di riforma che vada ad istituire un nuovo reddito di inclusione attiva, da vedere al tempo stesso come misura di sostegno al reddito e di inclusione sociale per la parte più in difficoltà e fragile della popolazione. […] La riforma per l’istituzione del nuovo strumento di inclusione attiva, superando l’attuale intervento del reddito di cittadinanza, dovrà riguardare i nuclei in condizione di povertà, che negli ultimi anni sono molto cresciuti, e penso sia possibile ed opportuno anche ampliare la platea intervenendo sulle soglie attualmente definite dai criteri Isee e dalle ulteriori condizioni patrimoniali previste per il reddito di cittadinanza».
Dunque nell’idea della Ministra il RIA, che sostituirà il RdC, dovrà avere soglie di accesso più elastiche. Dal discorso della Calderone si comprende come intenda abbassare l’attuale limite ISEE a 9.360 euro, previsto per avere RdC, e rivedere allo stesso tempo i requisiti patrimoniali che oggi impediscono di avere il “reddito”.
In pratica, il reddito di inclusione attiva nascerebbe per aiutare i più fragili, sia economicamente sia socialmente, superando anche l’attuale strumento del Reddito di Cittadinanza, che – secondo quanto prevede la Manovra del Governo all’esame della Camera – per il 2023 verrà mantenuto solo per 8 mesi e dal 2024 verrà abolito. “Comunque resta ancora tutto da valutare”, ha concluso la Ministra.