Congedo parentale, spetta se si lavora da casa? In pratica, il contratto di smart working dà diritto al congedo parentale?
Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativo dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita. Pagato il 30% della retribuzione (tranne un mese che viene retribuito all’80%, come voluto da Giorgia Meloni), il congedo può essere preso entro i primi 12 anni di vita del figlio/a per un periodo massimo di 9 mesi.
Ma chi lavora da casa con contratto di smart working è già astenuto dal recarsi fisicamente sul luogo di lavoro: vediamo quindi come funziona in questi casi.
Come scritto sopra, grazie al congedo parentale il genitore lavoratore può evitare di andare a lavorare per rimanere a casa ad accudire i figli piccoli. Proprio per questo motivo, chi lavora da casa potrebbe pensare di non aver diritto al congedo.
Viene quindi spontaneo chiedersi se spetta il congedo parentale se si è in smart working. A tal proposito, scioglie ogni dubbio INPS tramite social:
La risposta è affermativa: il congedo parentale spetta anche al lavoratore con contratto di smart working. Questo perché il lavoro agile è a tutti gli effetti una modalità di svolgimento della propria attività lavorativa, con la sola differenza che questa viene effettuata tra le mura domestiche (o in qualsiasi altro posto che non sia la sede aziendale) e non dal luogo di lavoro.
Infatti, così come vengono loro riconosciuti incentivi e premi in relazione agli incrementi di produttività ed efficienza (comma 4, art. 4, del dlgs 30 giugno 2022, n. 105), esattamente come ai colleghi in presenza, ai lavoratori in smart working spetta il congedo parentale retribuito al 30%. Chi lavora da casa ha quindi gli stessi diritti di chi lavora dall’ufficio.