“Voucher perfetti per i Caporali. DS Agricola e Malattia a rischio per 90% Stagionali”

Voucher per pagare i lavoratori agricoli fino a 10.000 euro in un anno e nelle aziende che occupano fino a 10 dipendenti. Lo prevede la Manovra di Bilancio prevista dal Governo.

Ma ai sindacati la riforma che colpisce le tutele tipiche dei contratti di lavoro subordinato non piace. I voucher sono un ritorno al passato, erano stati soppressi nel 2017. Da qui gli scioperi proclamati da Cgil e Uil in tutte le regioni durante la settimana oramai passata.

Ancor più chiaro è il Segretario Generale Flai-Cgil Giovanni Minnini che a proposito del contratto di lavoro agricolo, sulle colonne del quotidiano il manifesto, precisa “lo destruttura completamente, cancellando di fatto il contratto collettivo di lavoro, e facendo saltare un’impianto normativo che oggi dà un minimo di tutele. Nemmeno i governi Berlusconi e Renzi, non certo sensibili alle ragioni del lavoro, erano arrivati a tanto. Per il semplice motivo che stiamo parlando di un settore dove la flessibilità è la regola, perché il lavoro agricolo è discontinuo, è legato al ciclo della natura, delle stagioni, delle variabili atmosferiche. Prova ne è che solo il 10% degli addetti ha un contratto indeterminato. L’altro 90% lo ha a tempo. Sono gli stagionali, quelli che lavorano con contratti che possono essere anche di un solo giorno, e che sono comunque iscritti agli elenchi dell’Inps. Quindi con un un minimo di diritti, compresa la malattia e la disoccupazione se superano i 51 giorni di impiego nel corso dell’anno”.

Tutele contrattuali e tutele Inps che saltano completamente con il ritorno ai Voucher, come anticipato da TuttoLavoro24.it in questo articolo.

“Si sostituisce – continua il leader sindacale Cgil – lavoro tutelato, seppur povero, con lavoro povero e non tutelato. Ad esempio i voucher diventeranno anche uno strumento per accentuare lo sfruttamento e la vulnerabilità dei braccianti extracomunitari. Ennesima riprova che i voucher non rispondono alla supposta esigenza di semplificare. Rispondono al desiderio delle imprese, in particolare delle medio-piccole, di avere mano libera. Cancellando i diritti dei lavoratori. Quando poi le associazioni datoriali lamentano che ci sono sempre meno persone che vogliono lavorare nelle campagne, accusando il reddito di cittadinanza o gli immigrati, che pure rappresentano il 40 degli addetti del settore, ‘dimenticano’ sempre di dire che, se mancano i lavoratori, è perché vengono pagati poco. La nostra agricoltura paga poco le persone, a tal punto da farle scivolare sempre più verso il ‘lavoro povero’. Quello che anche con un contratto regolare non arrivano alla fine del mese. Con i voucher si chiude il cerchio, vogliono dire che i lavoratori vanno ulteriormente sottopagati o addirittura ridotti in schiavitù. Ai caporali infatti i voucher piacevano tantissimo, così come alle aziende scoperte a sfruttare i lavoratori”.