Pensioni, l’aumento per i titolari dei trattamenti Inps che sono di importi superiori a 4 volte il minimo (2.100 euro) ci sarà, dalla Camera sono infatti arrivati segnali confortantiti Tuttavia l’aumento non arriverà a gennaio 2023.
A metterlo in luce è il quotidiano Il Messaggero in edicola oggi che scrive di una “complicazione pratica” relativamente all’erogazione di questi aumenti:
“i trattamenti fino a 2.100 euro lordi mensili avranno l’aumento (pieno) da gennaio, mentre per tutti gli altri la rivalutazione parziale arriverà solo a febbraio o marzo (naturalmente con gli arretrati) perché sono ormai scaduti i tempi tecnici necessari all’Inps per ricalcolare tutti gli importi. Lo slittamento secondo la Cgil riguarderà circa 4 milioni di trattamenti medi o alti”.
Dunque gli aumenti sarebbero ipotecati e oramai fuori discussione anche per chi ha una pensione lorda al di sopra di 2.100 euro (1.500 euro circa mensili), mentre il loro esborso non ci sarà da gennaio ma da febbraio oppure marzo. Inps non ha il tempo tecnico per far partire tutto da gennaio, considerato che i cedolini di inizio anno stanno uscendo proprio in questi giorni.