Reddito di Cittadinanza, dal 1° gennaio 2023 non potrà essere erogato ai giovani compresi nella fascia tra i 18 e i 29 anni che non hanno completato un ciclo di studi obbligatorio per legge. E’ il succo dell’emendamento proposto dalla Lega e approvato in Commissione Bilancio alla Camera.
Una norma ‘punitiva’ secondo le opposizioni, che punta a smantellare il RdC e a mettere ancora una volta in difficoltà i percettori.
Non è della stessa opinione il Ministro dell’Istruzione e del Merito, anch’egli leghista, Giuseppe Valditara, che la modifica di legge l’ha sponsorizzata sin dall’inizio:
“Si tratta di un provvedimento in cui credo fortemente, grazie a un gioco di squadra è stato mantenuto l’impegno preso con i cittadini” ha dichiarato. “Come ho chiarito nelle scorse settimane – prosegue Valditara – questa proposta è ispirata ad alcuni principi che ritengo imprescindibili per la formazione dei nostri giovani. Prima di ricorrere a una misura meramente assistenziale è necessario restituire a questi ragazzi il diritto allo studio che per i motivi più diversi è stato loro negato. Oggi in Italia sono circa 140mila i giovani sotto i 30 anni che percepiscono il reddito di cittadinanza e che hanno solo la licenza di scuola elementare (o nemmeno questa) o la licenza di scuola media. Molti di loro non hanno completato l’obbligo scolastico: è una situazione di illegalità che priva queste persone degli strumenti idonei a garantire loro un’autentica realizzazione personale e professionale. Dal 1° gennaio, chi richiede il RDC dovrà svolgere un percorso di formazione”.
“Da ministro – ha concluso il titolare del dicastero di Vial Trastevere – ho l’obiettivo di far sì che tutti i ragazzi possano affrontare il mondo con entusiasmo e preparazione, costruendo un valido progetto di vita. Voglio infine ringraziare l’on. Sasso e tutti i parlamentari della Lega: sono certo che questa sintonia ci consentirà di realizzare grandi risultati come quello di oggi, nell’interesse di tutti i cittadini”