Reddito di Cittadinanza, Percettori verso il trasferimento a 250 km da casa

Reddito di Cittadinanza, l’offerta di lavoro che se rifiutata fa venire meno il diritto al sussidio dovrà essere “congrua” anche nel 2023. Ciò significa che il percettore potrà rifiutare un’offerta di lavoro che si trovi a più di 80 km di distanza da casa (o 100 minuti con i mezzi pubblici), non coerente con le sue esperienze precedenti e con le sue competenze, senza perdere il Reddito di Cittadinanza.

Il Governo ha annunciato, però, che questi aspetti saranno oggetto di revisione in un prossimo Decreto in uscita a gennaio. Se in questo nuovo provvedimento il vincolo della coerenza con esperienze e competenza precedentemente maturate dovesse cadere (dunque dovrà essere accettata qualsiasi tipo di mansione), sulla distanza geografica resteranno alcune limitazioni.

«Non si potrà fare gli schizzinosi ma il criterio della territorialità resta» aveva anticipato il sottosegretario al Lavoro Durigon qualche giorno fa e la conferma arriva anche da Il Messaggero in edicola oggi:

“Si tratta di valutare se confermare l’attuale vincolo di 80 chilometri oppure se introdurne uno meno stringente. Va ricordato che nel caso di rinnovo del beneficio dopo diciotto mesi la stessa normativa parla di offerta su tutto il territorio nazionale, con alcune eccezioni, ad esempio quella dei nuclei con figli per i quali è fissata una distanza di 250 chilometri. Quindi potrebbe essere preso in considerazione uno di questi parametri.”

In pratica, proprio per non costringere un percettore a trasferirsi dall’altra parte d’Italia per un contratto di pochi giorni, si starebbe pensando di applicare la congruità dell’offerta a un range di 250 km dalla residenza dell’interessato: un napoletano, per esempio, potrebbe essere mandato massimo a Roma o a Bari, per intendersi. Un confine abbastanza vasto ma sempre più vicino di “ovunque”.