Contratti a termine: 2 modifiche per dire addio al Decreto Dignità

Contratti a termine, si cambia ancora una volta. Il Governo Meloni interverrà con un Decreto, forse quello annunciato per fine gennaio che darà un’ulteriore stretta al Reddito di Cittadinanza, a distanza di 5 anni dal Decreto Dignità che sarà quindi smantellato.

Ad anticipare la notizia filtrata dai palazzi governativi è il quotidiano Il Messaggero che scrive di 2 modifiche sostanziali che restiruiranno (in parte) alla contrattazione collettiva il ruolo centrale che aveva in passato.

La prima è il ritorno al contratto a termine “acausale” per un periodo massimo di 24 mesi, oggi è fermo a 12 dopodiché si può proseguire nel rapporto a termine solo per le ipotesi tassative stabilite dalla legge e per quelle previste in alcuni casi dai contratti collettivi.

Dopo i primi 24 mesi, si legge, “sarà poi possibile una ulteriore eventuale estensione di 12 mesi in base agli accordi che saranno inseriti nei contratti collettivi nazionali, territoriali e aziendali. Saranno, insomma, questi ultimi, a decidere le “causali” di una eventuale estensione dei contratti a termine. I contratti collettivi, secondo quanto riportano fonti al lavoro sul provvedimento, potranno anche stabilire che le causali debbano applicarsi prima dei 24 mesi, ma andrà chiaramente indicato perché la regola generale sarà l’assenza di vincoli per le assunzioni fino a 2 anni”.