È in vigore dal 1° gennaio 2023 la Legge di Bilancio del 2023, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 dicembre.
Messa nero su bianco, dunque, anche la cancellazione del Reddito di Cittadinanza. Ma non da subito e non per tutti, come specifica la Legge. Vediamo nel dettaglio cosa si dispone a tal merito.
Come anticipato anche da TuttoLavoro24.it nei mesi scorsi, il 2023 sarà un anno di transizione per il Reddito di Cittadinanza: beneficeranno del sussidio per tutto l’anno i percettori fragili, mentre per tutti gli altri avrà una durata limitata a 7 mesi. Si arriverà alla definitiva cancellazione nel 2024.
Ecco cosa specifica la Legge di Bilancio 2023 (Legge n. 197/2022, comma 313, art. 1):
“Nelle more di un’organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, la misura del reddito di cittadinanza è riconosciuta nel limite massimo di 7 mensilità. Ciò ad eccezione dei nuclei familiari al cui interno vi siano persone con disabilità, minorenni o persone con almeno sessant’anni di età. A decorrere dal primo gennaio 2023, i soggetti beneficiari devono essere inseriti, per un periodo di sei mesi, in un corso di formazione o di riqualificazione professionale. In caso di mancata frequenza del programma assegnato, il nucleo familiare del beneficiario del reddito di cittadinanza decade dal diritto alla prestazione. […] Il reddito di cittadinanza sarà abrogato il 1° gennaio 2024.“
12 mesi di sussidio ai nuclei familiari con persone disabili, minorenni o over 60 (le categorie ritenute fragili, appunto). Tutti le persone da 18 a 59 anni, invece (i cosiddetti occupabili), percepiranno RdC solo per 7 mesi: nel frattempo, dovranno seguire corsi di formazione professionale pena la decadenza del sussidio.
Inoltre, i giovani dai 18 ai 29 anni che non hanno concluso la scuola dell’obbligo dovranno conseguire il diploma se non vogliono incappare nella perdita del Reddito di Cittadinanza.