Non ho rifinanziato il taglio delle accise sulla Benzina per poter avere le risorse necessarie per aumentare gli stipendi, l’assegno unico, i fondi alla sanità, i bonus sociali. E’ chiara e schietta la premier Giorgia Meloni, che parlando sui social risponde indirettamente agli attacchi dei giorni scorsi sul mancato rinnovo dello sconto di 25 centesimi di euro sul prezzo del carburante alla pompa.
Ecco quanto dichiarato dalla Meloni via Facebook:
“Quanto costa il taglio delle accise che era stato deliberato fino a dicembre dello scorso anno dal precedente Governo? Costa mediamente 1 miliardo al mese, costa 10 miliardi l’anno. E’ certo che si poteva fare. Togliendo le risorse da cosa? Ho fatto il punto su una serie di misure che tutte insieme costano 10 miliardi. Cioè io per prorogare il taglio delle accise non avrei potuto confermare il taglio del costo del lavoro e aumentare il taglio del costo del lavoro come previsto nella Manovra Finanziaria. Non avremmo potuto aumentare del 50% l’Assegno unico per le famiglie per il primo anno di vita del bambino e per i primi 3 anni per la famiglie numerose. Non avremmo potuto aumentare il fondo sulla Sanità di 2 miliardi di euro come abbiamo fatto. Non avremmo potuto aumentare la platea delle famiglie che possono accedere al sostegno da parte dello Stato per calmierare le bollette domestiche. Non avremmo potuto immaginare una decontribuzione per i neo assunti, giovani, donne, percettori RdC. Non avremmo potuto istituire il Fondo Carrello per aiutare a fare la spesa difronte all’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità per le famiglie più fragili. Non avremmo potuto mettere risorse sul fondo per i crediti d’imposta delle piccole medie imprese. Tutte queste misure le avremmo dovute cancellare dalla legge di Bilancio per confermare o comunque per prevedere di nuovo il taglio delle accise”.
“Abbiamo preferito aiutare chi più ha bisogno” anzichè tagliare le accise sulla benzina “che è una misura che aiuta tutti indifferentemente dal reddito”, rivendica Meloni.