Scuola, ancora 400 milioni per gli Stipendi: 3 date in Calendario

Rinnovo contratto scuola, la prima riunione del 2023 si è tenuta lo scorso 10 gennaio e la trattativa dovrebbe concludersi a breve, come auspica il presidente dell’ARAN Antonio Naddeo.

Scuola, quanto manca per concludere il rinnovo?

L’accordo sulla parte economica è stato trovato lo scorso novembre, anche se sono attesi ritocchi dell’ultimo minuto: il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha infatti pronti i 300 milioni di euro riferiti alla retribuzione professionale docenti (risorse già stanziate nella legge di bilancio 2022 e inizialmente stanziate per la valorizzazione del merito); da sommare ad altri 100 milioni una tantum che dovranno finanziare la componente fissa della retribuzione accessoria di docenti e ATA per il 2023.

Adesso rimane da chiudere la parte normativa. Il presidente Naddeo vorrebbe accelerare ma i sindacati frenano e hanno richiesto 3 tavoli tecnici per discutere sull’argomento.

Secondo quanto trapela da fonti sindacali, si entrerà nel vivo della discussione sulla parte normativa del contratto Istruzione 2019-21 con 3 riunioni fissate per martedì 17, mercoledì 18 e giovedì 19 gennaio, ore 10:30. Tali tavoli tecnici confluiranno poi in una riunione plenaria alla presenza del presidente dell’ARAN e dei segretari nazionali.

Rinnovo contratti PA, a che punto sono le trattative?

Una questione, quella del rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca, che si spera che si chiuda presto visto che, tra tutti i contratti, quello della scuola è stato l’ultimo a essere rinnovato per quanto riguarda la tornata 2019/2022.

Il rapporto dell’ARAN sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici evidenzia che si è ormai consolidata una prassi che rende necessarie almeno tre leggi di bilancio (se non quattro) per arrivare allo stanziamento definitivo.

Ma ci sono anche degli aspetti positivi: il rapporto registra incrementi superiori al 4% per tutti i comparti (con minime variazioni tra di essi), a fronte di una crescita dei prezzi dell’IPCA-NEI, nel triennio 2019-2021, del 2% e di un IPCA complessivo del 2,4%. Inoltre, i nuovi ordinamenti hanno introdotto delle novità che hanno reso più attraente l’impiego pubblico, facilitando l’entrata di nuove figure professionali.