Percettori RdC, il futuro è un lavoro da Cameriere: tutti d’accordo

Quale futuro lavorativo per i percettori del Reddito di Cittadinanza? La risposta, secondo la retorica che ha preso il sopravvento negli ultimi anni è una sola: i percettori del Reddito di Cittadinanza devono fare i camerieri.

C’è innanzitutto la Politica con le recenti misure volte a favorire la conciliazione tra Reddito di Cittadinanza e Lavoro stagionale, ammessa entro il limite di 3.000 euro di compenso a partire da quest’anno (lo prevede la Manovra di Bilancio). Oppure le dichiarazioni di esponenti del Governo come il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon che ha vietato ai percettori di fare gli “schizzinosi” e quindi anche se laureati devono accettare di fare i camerieri.

Ne sono convinti i Giornali e le TV che non fanno altro che macinare servizi, inchieste e interviste su datori di lavoro del turismo e pubblici esercizi che cercano collaboratori e si scontrano con una dura realtà fatta di percettori che non vogliono lavorare come camerieri oppure come stagionali presso gli stabilimenti balneari.

L’ultimo servizio giornalistico (solo in ordine di tempo) che mette al centro questa realtà è andato in onda giovedì sera su LA7, durante il talk show Piazza Pulita. Un ristoratore affiancato dal giornalista contattava al telfono i beneficiari del ‘Reddito’ offrendo loro un lavoro come cameriere sullo splendido lungomare di Napoli: “Pronto, hai esperienza nella ristorazione? Voglio offrirti un lavoro”.

Le risposte: “Non sono un cuoco… però il cameriere lo posso fare”, e ancora “Non è il mio campo la ristorazione, ci voglio provare ma dipende, se devo farlo per pochi soldi l’ora è inutile che ci provo io c’ho un’età non sono più un ragazzino”. L’esito? Su 6 contattati 3 non hanno risposto al telefono né hanno richiamato, 1 ha rifiutato il lavoro al telefono e 2 si sono resi disponibili al colloquio. Ai colloqui si presenta solo 1 dei 2, che viene ingaggiato per iniziare il giorno dopo ma non si presenta al primo giorno di lavoro….

La conclusione è una sola: i percettori non vogliono lavorare nella ristorazione perchè preferiscono prendere il Reddito anche se solo per pochi mesi. Molti non hanno voglia neppure di mettersi in gioco. Vero. Ma perchè secondo Politica, TV e Giornali lo sbocco lavorativo dei Percettori può e deve essere solo quello della ristorazione? E’ forse un lavoro alla portata di tutti per cui non necessita di professionalità specifiche

Non è proprio così. Esistono non a caso scuole che si chiamano Scuole Albeghiere, sostenute e ‘sponsorizzate’ anche dagli imprenditori del settore, in grado di formare i giovani che intendono avviarsi a quelle attività (cuochi, personale di sala, pizzaioli, sommelier, gastronomi, pasticcieri, ecc). Per le quali occorrono non solo competenze specifiche sulle mansioni ma anche requisiti e attitudini personali, come ad esempio amare il rapporto con il pubblico e avere consapevolezza del significato della parola ‘ospitalità’.

Nessuno si domanda, in TV come nei Palazzi della Politica, se un 50enne che ha lavorato per 30 anni nell’Edilizia oppure nella Logistica o come operaio comune in aziende industriali sia effettivamente in grado di svolgere prestazioni da Personale di sala. E allora perchè non provare ad offrirgli anche dell’altro? Forse la formazione obbligatoria a cui punta il Governo Meloni per dare un futuro lavorativo ai Percettori occupabili vuole esplorare proprio questo campo? Lo capiremo meglio nei prossimi mesi quando sarà chiaro il piano dell’Esecutivo di riforma delle politiche attive. Per ora resta la solita retorica.