Aumento Colf, Badanti e Babysitter fino a €1.800: ma c’è chi protesta

Per colf, badanti e babysitter l’aumento di stipendio ci sarà subito. Se da un lato, dunque, i lavoratori domestici gongolano, dall’altro le famiglie che li hanno in servizio sono preoccupate per l’esborso immediato non indifferente.

Sul bilancio familiare, infatti, gli aumenti salariali peseranno e non poco: si parla di un incremento di stipendio pari all’80% dell’inflazione, come previsto dal contratto nazionale del settore. Tradotto, gli stipendi di colf, badanti e babysitter aumenteranno subito del 9,2%.

Ma in soldoni, di quanto aumentano nel 2023 gli stipendi dei lavoratori domestici? Vediamo le stime fatte da Assindatcolf, una delle maggiori associazioni datoriali.

Lavoratori domestici, di quanto aumenta lo stipendio nel 2023?

Le voci che peseranno sul bilancio familiare e che comportano costi consistenti (molto al di sopra di quelli degli anni scorsi quando l’inflazione era di poco sopra lo 0) sono prevalentemente:

  • gli aumenti previsti dal CCNL, che variano a seconda della condizione psicofisica della persona che viene assistita;
  • l’indennità per pranzo e colazione;
  • ricalcolo contributi INPS, più tredicesima, ferie e TFR.

Il range degli aumenti retributivi è piuttosto ampio: si va da un incremento mensile lordo di 61,10 euro per il livello di inquadramento iniziale (A) a un massimo di 116,64 per il livello D super, applicato all’assistente familiare formato per persone non autosufficienti.

Facendo un esempio pratico, dunque, a partire dal 1° gennaio 2023 per una badante convivente (livello Bs) che assiste una persona autosufficiente l’aumento è di 83,31 euro lordi mensili, che diventano 94,42 euro per l’assistenza alla persona non autosufficiente in attività connesse a vitto e pulizia della casa (livello Cs).

All’aumento previsto dal CCNL va poi aggiunta l’indennità da corrispondere per pranzo e colazione che – a titolo di esempio, per badante, colf o babysitter convivente di persona autosufficiente è pari a 6,47 euro giornalieri.

Se infine aggiungiamo il ricalcolo dei contributi da versare all’INPS, rateo della tredicesima, ferie e TFR, si può arrivare a spendere tra i 1.500 e i 1.800 euro in più all’anno.

CCNL lavoratori domestici 2023: l’opinione dei sindacati

Considerando che tali aumenti saranno applicabili da subito, le famiglie potrebbero trovarsi in seria difficoltà. Si paventa quindi la possibilità che ‹‹molti dei lavoratori oggi in regola scompaiano nel “nero” o finiscano nel “grigio”», sottolinea Andrea Zini, presidente di Assindatcolf. Un rischio da considerare e che il bonus per l’assunzione dei domestici pensato proprio per combattere il lavoro nero potrebbe comunque non riuscire a scongiurare.

Come riporta La Stampa di martedì 17 gennaio, ‹‹per evitare questo automatismo serviva un accordo tra le associazioni dei datori di lavoro e i sindacati di categoria, ma ieri mattina al ministero del Lavoro, nel terzo e decisivo incontro tra le parti, si è dovuto prendere atto del mancato raggiungimento di un’intesa per alleviare l’impatto sui bilanci delle famiglie››.

Dal canto suo, Mauro Munari di Uiltucs assicura di aver cercato una mediazione, senza però riuscire a raggiungere un accordo ragionevole per tutti. Comunque, aggiunge il sindacalista, «gli effetti dannosi dell’inflazione colpiscono anche colf, badanti e babysitter e le loro famiglie».

Su una cosa, però, sindacati e datori di lavoro sono d’accordo. «Il governo deve intervenire in tempi stretti con misure concrete a sostegno delle famiglie – dice Zini – non solo sgravi fiscali per incentivare la regolare assunzione, ma anche aiuti economici mirati».