NASpI, ancora pochi giorni per i percettori dell’indennità di disoccupazion, per fare la comunicazione obbligatoria a Inps circa il reddito presunto nel 2023.
Ma chi è tenuto a questa comunicazione a Inps? Tutti i percettori? O solo una parte? Vediamo i dettagli.
La comunicazione deve essere fatta dai percettori che hanno la NASpI ancora in corso di fruizione e se nel corso del 2022 “è stata effettuata la dichiarazione del reddito annuo presunto”.
Il modello NASpI Com si trasmette accedendo al proprio Fascicolo previdenziale del cittadino con la propria identità digitale (è possibile seguire le indicazioni INPS qui). Oppure rivolgendosi a un Patronato.
Più nel dettaglio le regole Inps stabiliscono che tale adempimento è obbligatorio per conservare il diritto alla NASpI, è previsto quando il percettore si trova in una (o più di una) delle seguenti situazioni:
In tutti questi casi il percettore NASpI deve dichiarare il reddito presunto in due diversi momenti:
In entrambe le circostanze il reddito presunto deve essere dichiarato anche se questo è pari a “zero” attraverso il Modello NASpI-COM messo a disposizione dall’Inps.
La dichiarazione quindi va rinnovata ogni anno entro il 31 gennaio, quando il rapporto con l’Inps è ancora in corso perchè si percepisce l’indennità di disoccupazione. Si tratta di una aggiornamento della dichiarazione rispetto a quella fatta nell’anno precedente. Ecco quanto ha scritto Inps in proposito: “in ogni caso, il reddito presunto deve essere comunicato entro il 31 gennaio di ogni anno”.
In assenza dell’adempimento non scatta la decadenza. Lo sottolinea Inps stesso nella circolare n. 94 del 2015: “La mancata comunicazione del reddito per gli anni di prestazione successivi al primo non determina tuttavia la decadenza dalla prestazione ma la sua sospensione fino all’acquisizione della nuova comunicazione. Sarà cura delle strutture territoriali sollecitare l’adempimento al percettore di NASpI che non vi abbia provveduto“.
Nessun adempimento di questo tipo dovrà quindi essere osservato, entro il 31 gennaio 2023, da chi non si trova in una delle 4 predette situazioni. E quindi da parte di chi in passato non hanno dovuto indicare ad Inps lo svolgimento di attività da lavoro autonomo.