Indennità ISCRO per i liberi professionisti, quando si potrà presentare la domanda? L’indennità è una tantum, pertanto potranno accedere solo quei lavoratori che non l’hanno riscossa nel 2021 o nel 2022. L’ISCRO ha infatti valenza per l’intero triennio 2021-2023.
Vediamo a chi spetta e come richiederla, prendendo a riferimento quanto disposto dall’Inps con la circolare n. 94 del 2021.
Come accennato sopra, l’indennità è destinata ai liberi professionisti, compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici, iscritti alla Gestione Separata Inps e che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo connesso all’esercizio di arti e professioni.
Può essere richiesta dai lavoratori sopra individuati che possono fare valere congiuntamente i seguenti requisiti (visti anche gli anni precedenti):
Come da circolare, l’indennità ISCRO non è compatibile con il Reddito di Cittadinanza, con le disoccupazioni NASpI e DIS-COLL, né con un trattamento pensionistico diretto. È invece compatibile e cumulabile con un eventuale assegno di invalidità.
La prestazione dura per 6 mesi, decorrenti dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda.
Il suo importo è pari al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito da lavoro autonomo certificato dall’Agenzia delle Entrate e già trasmesso da quest’ultima all’INPS alla data di presentazione della domanda. Nel caso in cui non sia rintracciabile alcuna dichiarazione dei redditi la richiesta non potrà essere accolta.
L’ammontare della prestazione ISCRO va da un minimo di 250 euro mensili a un massimo di 800 euro, anche nel caso in cui dai calcoli risultasse un importo inferiore al minimo o superiore al massimo. Tali importi, determinati per legge, sono annualmente rivalutati sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati rispetto all’anno precedente.
Ancora è troppo presto per presentare domanda di ISCRO per il 2023. Nel 2022 la procedura per l’invio delle istanze si aprì il 1° maggio, nel 2021 il 1° luglio. Pertanto è lecito pensare che INPS possa seguire più o meno il calendario degli anni scorsi. In ogni caso, occorrerà attendere la primavera o addirittura l’estate.
Più certezze invece riguardo la scadenza: presumibilmente, si potranno inviare le domande fino al 31 ottobre. Per farlo, basterà accedere al portale web dell’Istituto tramite le credenziali SPID 2, CIE o CNS. In alternativa è possibile rivolgersi al contact center Inps.
In sede di presentazione della domanda l’assicurato deve autocertificare i redditi prodotti per ciascuno degli anni di interesse, salvo che gli stessi non siano già a disposizione dell’Istituto.
Inps provvederà a respingere le domande presentate da chi ha già usufruito dell’indennità nel 2021 o nel 2022 e quelle non soddisfacenti i requisiti sopra elencati.
In presenza dei requisiti, saranno invece accettate le domande per il 2023 di coloro che non hanno presentato domanda per l’anno 2021 o 2022 o che, pur avendo presentato domanda nei due anni passati, non hanno avuto accesso alla prestazione perché la domanda è stata respinta e/o la prestazione revocata dall’origine.