Assegno Unico 2023, stangata in arrivo per le famiglie che non rinnoveranno l’ISEE entro il prossimo 28 febbraio e che rischiano di perdere fino a 125 euro al mese.
125 euro è la differenza tra chi prende l’importo massimo mensile di Assegno Unico per figlio (175 euro) e chi prende il minimo (50 euro) e il minimo spetta, oltre a chi ha l’ISEE superiore a 40 mila euro, anche a chi non presenta affatto l’ISEE. Ecco perché aggiornare l’ISEE entro il termine di legge è così importante.
A incassare 175 euro mensili di Assegno Unico (che possono arrivare a 195 euro con le maggiorazioni) sono i beneficiari che hanno un ISEE inferiore a 15 mila euro. Secondo recenti stime, i beneficiari appartenenti a nuclei familiari con questo ISEE sono quasi la metà dei percettori, circa il 47% del totale degli assegni pagati.
E sono gli stessi che, appunto, in caso di mancato aggiornamento dei parametri economici di riferimento vanno incontro a una vera e propria stangata: se non comunicheranno il nuovo ISEE nei tempi previsti si vedranno decurtare 125 euro al mese.
Come è specificato nella circolare INPS n. 132 del 2022, infatti, per godere dell’Assegno Unico da marzo 2023 a febbraio 2024 non occorre presentare una nuova domanda (a meno che non si sia mai riscosso), ma è fondamentale rinnovare l’ISEE, altrimenti l’assegno mensile sarà erogato «con riferimento agli importi minimi previsti dalla normativa», corrispondenti come detto a cinquanta euro a figlio.
Ecco perché non rinnovare l’ISEE entro il 28 febbraio 2023 può costare fino a 125 euro al mese. Per fortuna, per chi tardasse non tutto è perduto: presentare l’ISEE dopo la scadenza del 28 febbraio ma entro il 30 giugno 2023 dà comunque diritto agli arretrati.