Busta paga gennaio 2023, grazie al “Bonus Meloni” che consiste nel taglio dei contributi a carico del lavoratore il netto aumenterà.
Un taglio che si aggira tra il 2 e il 3 per cento, lontano dall’iniziale 5% promesso in passato dalla premier Giorgia Meloni (la quale comunque intende raggiungere), ma che comunque porterà un aumento in busta paga. Vediamo di quanto.
L’esonero sulla quota dei contributi da versare a INPS sarà più alto per i redditi più bassi:
Per quanto riguarda la prima fascia, si parte da un minimo di 24 euro lordi e 18 netti di incremento per chi guadagna da 800 a 900 euro lordi al mese fino ad arrivare a un massimo di 57 lordi e 38 netti per chi guadagna da 1.900 a 2000 euro mensili.
Per esempio, su un compenso di 1.200 euro al mese si avrà un esonero pari a 36 euro lordi, che diventano 28 netti ipotizzando tredici mensilità. Su uno stipendio di 1.500 euro l’aumento lordo sale a 45 euro lordi, 30 netti.
Nella seconda fascia reddituale, invece, l’esonero si mantiene al 2%: 40 euro è l’aumento lordo per chi guadagna 2 mila euro, corrispondenti a 26 euro netti, che salgono a 50 lordi e 28 netti per chi percepisce sui 2.500 euro mensili. Con 2.692 euro di reddito mensile (ovvero 35 mila all’anno, il limite) se ne ottengono 54 lordi in più, corrispondenti a circa 30 netti.
Infine, è bene ricordare che il diritto all’esonero è calcolato su base mensile: ciò significa che se in un certo periodo di paga si superano le soglie, il beneficio sarà ridotto (passando da 3 a 2 punti) o, nel peggiore dei casi, annullato.
[DATI: Il Messaggero]