Dipendenti pubblici, nelle prossime buste paga troveranno sia l’indennità di vacanza contrattuale sia l’emolumento accessorio una tantum.
L’indennità di vacanza contrattuale (IVC) spetta ai lavoratori statali a cui è scaduto il contratto di comparto ed è riconosciuta, appunto, per sopperire agli anni di “vuoto” contrattuale. Quest’anno non sarà rivalutata secondo il tasso di inflazione, pertanto non sarà adeguata al rialzo dei prezzi. Per rimediare, la legge di Bilancio 2023 ha previsto un emolumento accessorio una tantum, una sorta di bonus pari all’1,5% dello stipendio per 13 mensilità. Ma quali sono le differenze tra le due voci?
In cosa si differenziano l’indennità di vacanza contrattuale e il bonus 1,5% entrambi destinati ai dipendenti pubblici? Come abbiamo detto, uno non esclude l’altro: agli statali spettano entrambi, si sommano.
Analizza le differenze il funzionario Duilio Mazzotti, Funzionario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, lo stesso che ha elaborato le tabelle per capire a quanto corrisponde il bonus 1,5% in termini di denaro per i comparti AFAM, Scuola e Ministeri.
Allo stesso modo, nella tabella pubblicata sul gruppo Facebook da lui gestito “NOI QUA (ALLA PERIFERIA DI NOIPA)” spiega in breve le differenze tra indennità di vacanza contrattuale ed emolumento accessorio:
In breve, entrambe saranno corrisposte per 13 mensilità ma mentre il Bonus sarà corrisposto limitatamente nel 2023, l’indennità di vacanza contrattuale sarà rifinanziata. Quest’ultima, a differenza del Bonus una tantum che andrà esclusivamente nel trattamento di fine rapporto TFR, confluirà pure nel trattamento di fine servizio TFS.
L’indennità di vacanza contrattuale, inoltre, verrà pian piano assorbita con i futuri aumenti contrattuali e le ritenute previdenziali saranno calcolate in misura pari all’11,15%. Non influirà invece sul calcolo della pensione per la parte che eccede il 18% dello stipendio base, a differenza del Bonus.