Riposo giornaliero 11 ore, si aggiunge al ‘Settimanale’: sentenza UE

Il riposo giornaliero si aggiunge al riposo settimanale, anche se lo precede direttamente. Lo ha sentenziato la Corte di Giustizia europea nella causa C477/21 che ha visto protagonisti un lavoratore ungherese e il suo datore.

Il contenzioso, avviato dal lavoratore, nasce a seguito della mancata concessione del riposo giornaliero, per via di regole particolari ma conformi al contratto collettivo, sulla fruizione dei riposi alle quali era sottoposto il dipendente.

Secondo il datore, non concedere il riposo giornaliero in alcune circostanze era legittimo in quanto questo va concesso tra due periodi di lavoro che si succedono in uno stesso periodo di 24 ore, e non quando non è previsto alcun nuovo periodo di lavoro, ad esempio quando sono concessi riposo settimanale o ferie.

Tuttavia, citando la direttiva 2003/88, la Corte UE ricorda che l’articolo 3 riconosce a ogni lavoratore, nel corso di ogni periodo di 24 ore, un periodo minimo di riposo di 11 ore consecutive, mentre l’articolo 5 stabilisce il diritto per ogni periodo di 7 giorni a un periodo minimo di riposo ininterrotto di 24 ore.

Per la Corte i due periodi di riposo giornaliero e settimanale non sono sovrapponibili: come si legge nella sentenza, infatti, ‹‹il periodo di riposo giornaliero non fa parte del periodo di riposo settimanale, ma si aggiunge ad esso››.

Nella stessa prospettiva, la Corte rileva inoltre che ‹‹qualora a un lavoratore sia concesso un periodo di riposo settimanale, egli ha diritto anche a un periodo di riposo giornaliero precedente a tale periodo di riposo settimanale››, al contrario di quanto sostenuto dal datore ungherese. In pratica, il riposo giornaliero va concesso anche se precede le ferie.

Tale lettura non cambia se nella contrattazione collettiva esistono disposizioni più favorevoli sul riposo settimanale. Che sia dunque da monito.