Con l’arrivo del nuovo Reddito di Cittadinanza, la MIA (Misura Inclusione Attiva), le famiglie con figli minorenni saranno svantaggiate. Queste, infatti, rischiano un pesante taglio di importo a causa della modifica della scala di equivalenza.
Almeno questo è quello che emerge dalla prima bozza di riforma che circola in questi giorni e che TuttoLavoro24.it ha potuto leggere in ESCLUSIVA per i suoi lettori.
La modifica è contenuta nel comma 2 dell’articolo 5 della riforma, nella quale, appunto, si rivede il metodo di calcolo basato sulla scala di equivalenza. Vediamo.
Per calcolare la quota di Reddito di Cittadinanza che spetta per i figli a carico viene usata la scala di equivalenza in base alla composizione familiare. La bozza del decreto la modifica in parte, penalizzando appunto le famiglie con figli:
“Il parametro della scala di equivalenza è pari a 1 per il primo componente adulto del nucleo familiare ed è incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne che non usufruisce dell’assegno unico e universale, fino a un massimo di 2,1 e ulteriormente elevato a 2,2 in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza. I componenti minorenni o maggiorenni che usufruiscono dell’assegno unico e universale non sono conteggiati nella scala di equivalenza e, per ciascuno di essi, è riconosciuto un importo mensile della MIA in misura fissa, pari a euro 50.”
In pratica, se finora i figli over o under 18 rientravano nella scala di equivalenza facendo quindi aumentare l’importo mensile della ricarica RdC, con la nuova MIA i minori uscirebbero dal meccanismo di calcolo e riceverebbero esclusivamente una quota fissa di 50 euro al mese, oltre all’assegno unico per i figli a carico.
Rispetto al Reddito di Cittadinanza, che attribuisce ai figli minorenni un coefficiente pari a 0,2 (che corrisponde a 100 euro) il contributo è dunque dimezzato: l’esatto contrario di quanto il precedente governo aveva in mente di fare ragionando su un possibile raddoppio.